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CRIPTOVALUTE
30/06/2021

“L’euro digitale pronto in 5 anni”

Fabio Panetta, membro del board Bce, ha delineato il percorso che porterà la banca centrale a sperimentare prima e poi, eventualmente, a introdurre la valuta digitale, che “non avrà nulla a che fare con le criptovalute e le stablecoin”. Anche il presidente della Consob, Paolo Savona, mette in guardia dai rischi delle criptovalute e agita lo spettro dei derivati e della crisi dei subprime

L'euro digitale, “sicuro quanto il contante”, ha davanti un percorso preciso, tracciato da Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, in una strada lunga cinque anni. Non altrettanto le criptovalute, tra rischi e tentativi di controllo, nelle parole del presidente della Consob, Paolo Savona, tornato ad agitare lo spettro dei derivati, quindi della crisi dei subprime. Con possibili similitudini nelle condizioni che potrebbero concretizzarsi “attraverso la trasformazione di depositi in criptocurrency”. A parlare come chi maneggia criptovaluta tutti i giorni, quasi in modo scontato, gli ha fatto eco il miliardario americano Michael Saylor, ceo di MicroStrategy. “Il bitcoin non è una valuta e per esserlo dovrebbe essere trasferibile con un tasso fiscale. È una proprietà” ha semplificato, paragonandolo all'oro o a un immobile. Il dibattito a distanza, via web, è avvenuto nella sessione “Criptomonete, al di là della sovranità e della sostenibilità monetaria”, nella prima giornata della Milano Finanza Digital Week.
Quanto all'euro digitale “il Consiglio direttivo della Bce - ha spiegato Panetta - deciderà a metà luglio se lanciare il progetto, analizzati i risultati di sperimentazioni pratiche già in corso. In caso positivo ci sarà un periodo di due anni in cui decideremo le caratteristiche vere e proprie dell'euro digitale: come disegnarlo, ad esempio, per evitare che possa spiazzare i depositi bancari o addirittura generare instabilità finanziaria. Se l'esito dei due anni sarà positivo, ci saranno tre anni per una sperimentazione pratica, tra i cittadini, in aree specifiche”. L'euro digitale, ha poi aggiunto Panetta, “non ha niente a che fare con le criptoattività e le stablecoin, che non sono moneta, ma dei contratti speculativi ad alto rischio. Non possono essere utilizzate come unità di conto o riserva di valore  - ha detto in evidente contrasto col parere di Saylor - perché hanno fortissime oscillazioni”.
Il fatto che sia necessario spingere sul digitale, per la moneta corrente, ha visto d'accordo Panetta, così come il fondatore di Illimity, Corrado Passera. “Le monete digitali - ha sottolineato - saranno un elemento della guerra, o se vogliamo della concorrenza tra grandi potenze. Guai quindi ad attrezzarci tra cinque anni”. Il banchiere ha indicato come prevedibile, col passaggio al digitale, un cambiamento nel sistema del credito, con le banche che manterranno “quello più difficile, che richiede valutazione e parte legale”.
Digitalizzazione come “un fenomeno presente già da tempo, perfettamente legale e regolato” la visione di Savona, che ha sostenuto come invece la criptatura sia “un sistema matematico in cui uno conviene con altri di scambiare con criteri autonomi. Le due ‘monete’ - ha quindi affermato - non possono convivere. L'unico modo è dire che una è legale e le altre volontarie, specificando le regole della convivenza”. Per andare verso nuovi accordi di politica monetaria, “bisogna avere innanzitutto la concordanza politica” ha dunque concluso, suggerendo che possa essere l'Italia a “portare la questione al G20”. 
 

Autore: ANSA