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INNOVAZIONE
22/11/2021

Fintech: gli investimenti crescono a 530 milioni

L’indagine di Bankitalia rileva come sia aumentata la spesa in tecnologie fintech da parte dell’industria finanziaria. Le banche sono ancora al primo posto negli investimenti (76% della spesa complessiva). Cresce l’importanza delle partnership (330 accordi che coinvolgono 199 imprese). I maggiori benefici vanno ai clienti, grazie alla semplificazione e alla digitalizzazione dei servizi

Crescono gli investimenti in tecnologie fintech nell'industria finanziaria italiana: per il 2021-2022 la spesa stimata ammonta a 530 milioni di euro, in aumento rispetto al biennio precedente (456 milioni). È quanto emerge dalla terza indagine conoscitiva Fintech condotta dalla Banca d'Italia nel primo semestre 2021, dalla quale emerge che i maggiori benefici vanno a vantaggio della famiglie consumatrici in termini di semplificazione per l'approccio al settore degli investimenti. Aumenta il numero degli intermediari investitori (da 77 a 96) e anche quello dei progetti (da 267 a 329) che, a partire dal 2023 e fino alla messa in produzione, comporteranno ulteriori spese per 281 milioni di euro. A rallentare o impedire gli investimenti sono fattori di ordine economico - insufficiente domanda attesa per i prodotti e i servizi generati (16%), costo finanziario dell'investimento (12%), reperimento del personale (11%) - e tecnologico: scarsa interoperabilità tra vecchi e nuovi sistemi, controlli dei rischi per la sicurezza informatica complessi (30%).
Le banche rappresentano ancora i principali soggetti investitori, con il 76,5% della spesa complessiva. Spesa che resta distribuita su un numero limitato di intermediari, con il peso dei primi 10 in aumento del 5%. Tra questi, banche di piccole e medie dimensioni e intermediari creditizi non bancari. Le partnership hanno avuto grande importanza: il 46% degli intermediari ha stretto almeno un rapporto di collaborazione con società e istituzioni terze, oppure ha affidato a queste l'intero progetto, rispondendo così all'esigenza di assicurarsi tecnologie avanzate non disponibili al proprio interno e di accelerare i tempi. Bankitalia ha rilevato 330 accordi riferibili a 199 imprese, di cui circa i due terzi con sede legale in Italia (tre quarti in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna). Un'altra opzione percorsa è stata la partecipazione diretta in imprese, per un valore di 204 milioni di euro riferibile a 28 intermediari.
A beneficiare delle innovazioni dovute agli investimenti sono in oltre la metà dei casi le famiglie consumatrici, per un quarto le imprese. Gli ambiti in cui sono attesi i maggiori vantaggi riguardano l'informativa precontrattuale, contrattuale e periodica. La "customer experience" degli utenti migliorerà grazie alla dematerializzazione della documentazione – che consentirà alla clientela di consultare più facilmente le informazioni rilevanti relative al prodotto acquistato -  alla firma digitale, agli strumenti di assistenza automatica. Più in generale le interazioni con la clientela dovrebbero beneficiare degli investimenti per migliorare la navigabilità delle app e dei siti internet. 
 

Autore: ANSA