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POLITICA MONETARIA
14/07/2021

Powell tranquillizza: “l’inflazione rallenterà”

Il presidente della Fed getta acqua sul fuoco, difende gli stimoli all’economia e ribadisce che la strada sarà ancora lunga per raggiungere piena occupazione e la stabilità dei prezzi. Al momento non c’è nessuna stretta in vista ed eventuali cambi di rotta verranno comunicati con ampio anticipo. Secondo Powell la fiammata dell’inflazione, salita al 5,4% a giugno, è solo temporanea 

La ripresa americana procede ma l'economia deve migliorare ulteriormente prima che la Fed possa rimuovere le sue misure di stimolo. Jerome Powell alla Camera difende le scelte della banca centrale e, pur ammettendo che l'inflazione è salita in modo notevole e che resterà elevata per i prossimi mesi, rassicura sul fatto che al momento non c'è alcuna stretta all'orizzonte. La “strada è ancora lunga” per centrare gli obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi, spiega ai deputati della Commissione servizi finanziari preoccupati, soprattutto fra i ranghi repubblicani, del balzo del 5,4% dell'inflazione in giugno. Forte salto in avanti anche per i prezzi alla produzione, schizzati lo scorso mese del 7,3%. lasciando intravedere il crescente pressing sulle aziende per scaricare i rincari sui consumatori. Se sarà necessario la Fed è pronta a rivedere la sua politica monetaria in modo appropriato qualora “la traiettoria dell'inflazione o le aspettative di lungo termine dell'inflazione dovessero muoversi materialmente e in modo persistente al di là del nostro obiettivo del 2%”, aggiunge Powell, insistendo però sul fatto che l'aumento è transitorio ed è legato ai colli di bottiglia della produzione in alcuni settori e alle tensioni nelle catene di approvvigionamento.
Rassicurazioni che comunque non convincono tutti i deputati repubblicani, convinti che la corsa dei prezzi continuerà nel caso in cui saranno approvate le ulteriori misure di stimolo dell'amministrazione Biden, quali il piano per le infrastrutture. 
Timori condivisi anche da Larry Summers, il democratico segretario al Tesoro di Bill Clinton. Da mesi ripete che l'inflazione è una preoccupazione e che tutti gli stimoli messi in campo, anche quelli pubblici, stanno in qualche modo drogando l'economia, esponendola di fatto a rischi. Proprio Summers ha fatto il punto su questo tema con lo staff economico della Casa Bianca, colto di sorpresa dal balzo dei prezzi di giugno che mette in pericolo l'agenda del presidente. “La politica monetaria molto espansiva è appropriata. Riteniamo che sarà appropriato mantenere” l'attuale livello dei tassi di interesse “fino a che il mercato del lavoro non avrà raggiunto livelli in linea con l'obiettivo della massima occupazione e un'inflazione al 2%”, osserva Powell descrivendo come “solido” il bilancio delle famiglie e come “resilienti” le banche. Alcuni rischi comunque si intravedono nel mercato immobiliare tanto che Powell e il segretario al Tesoro Janet Yellen convocano le altre autorità di regolamentazione per fare un check e assicurarsi che gli Stati Uniti non sono in una posizione di debolezza come quella del 2008, quando lo scoppio della bolla immobiliare spinse le maggiori banche sull'orlo del collasso trascinando l'economia in recessione. “I prezzi delle case salgono negli Stati Uniti, ma l'aumento non è legato a pratiche sconsiderate” sui mutui, assicura Powell mostrando di seguire da vicino l'andamento del mercato.
La Fed “farà tutto il possibile per la ripresa”, aggiunge Powell mettendo in evidenza che la banca centrale continuerà a discutere della riduzione degli acquisti di asset, che al momento procede a una velocità di 120 miliardi di dollari al mese, e comunicherà con “ampio anticipo” le sue mosse. Un messaggio questo rivolto a Wall Street che, da ormai da anni abituata alla politica espansiva della Fed, teme un taper tantrum. 
 

Autore: ANSA