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POLITICA MONETARIA
28/04/2021

La Fed conferma: “tassi fermi e avanti con il QE”

La ripresa prende sempre più corpo negli Stati Uniti, grazie anche alle vaccinazioni, ma permangono molti rischi e la disoccupazione è ancora molto elevata. Per questo Jerome Powell butta acqua sul fuoco e conferma la volontà di mantenere una politica monetaria ultraespansiva. L’inflazione? Non desta preoccupazione perché determinata da “fattori temporanei”

La Fed vede più rosa per l'economia americana: con le vaccinazioni la ripresa e il mercato del lavoro si sono infatti rafforzati, così come mostrano segnali di miglioramento i settori più colpiti dalla pandemia. Nonostante questo, la banca centrale non cambia la sua politica monetaria: resta espansiva con tassi di interesse fermi vicino allo zero e un piano di acquisti di asset che procede a un ritmo di 120 miliardi di dollari al mese. E questo perché i “rischi outlook restano” e la pandemia continua a “pesare sull'economia”, nota la Fed minimizzando l'aumento dell'inflazione. “E' per la gran parte legato a effetti transitori”, si legge nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, che precede il dato sul pil del primo trimestre. Gli analisti scommettono su una crescita del 6,8%, in grado di certificare il decollo della ripresa. Per il mercato del lavoro la strada è però più lunga: anche a fronte di notevoli progressi con l'allentamento delle restrizioni e le riaperture, gli americani senza lavoro sono ancora 8,4 milioni in più rispetto ai livelli pre-pandemia.
“Il controllo del virus è il fattore più importante per la ripresa, che è lungi dall'essere completa. Il tasso di disoccupazione resta elevato”, dice il presidente della Fed, Jerome Powell, ribadendo che la strada per l'economia è ancora lunga per centrare i “nostri obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi”. Powell quindi assicura che ci vorrà del tempo prima di “vedere sostanziali progressi verso i nostri target. Questo - dice per spazzare via i dubbi e le paure - non è il momento di parlare di tapering”. Gli analisti scommettono che un rallentamento e una riduzione degli acquisti di asset potrebbe essere annunciato all'incontro annuale di Jackson Hole, usato di solito dai banchieri centrali americani per annunciare svolte nella politica monetaria. Lo fece Ben Bernanke nel 2012 quando, fra le montagne del Wyoming, ipotizzò per la prima volta maggiori acquisti di bond da parte della banca centrale. Powell quest'anno potrebbe invece usare l'occasione per aprire la strada al temuto tapering.
Le parole di Powell precedono il primo intervento di Joe Biden in Congresso, un appuntamento per illustrare a deputati e senatori una nuova manovra da 1.800 miliardi di dollari  a sostegno delle famiglie americane. Un'ulteriore spinta a una ripresa economica che accelera e che Biden vuole rendere più giusta ed equa, concedendo alle donne - una delle categorie più colpite dalla pandemia - la chance di rientrare nella forza lavoro grazie a incentivi e aiuti per i figli. La maxi manovra, che si va a sommare ai 1.900 miliardi stanziati per il salvataggio dell'economia e ai 2.000 per le infrastrutture, sarà finanziata - nei piani della Casa Bianca - da un aumento delle tasse sui ricchi e da una lotta a tutto campo contro l'evasione fiscale.
Il timore è che i massicci aiuti pubblici possano surriscaldare l'economia mettendo la Fed all'angolo e costringendola, al di là degli impegni presi pubblicamente, a una stretta della politica monetaria che per ora è impegnata a mantenere espansiva. La posta in gioco nel delicato equilibrio che la Fed sta cercando è elevata: in ballo c'è la sua reputazione e la sua capacità di essere ascoltata dal mercato, abituato ormai da anni a denaro a costo zero e che teme qualsiasi variazione dello status quo. 
 

Autore: ANSA