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RISIKO BANCARIO
14/12/2020

Hosking boccia l’Opa su Creval

La società britannica giudica insufficiente l'offerta del Credit Agricole perché non rifletterebbe un premio di controllo adeguato e il premio del 21,4% sarebbe inferiore a quello medio "per operazioni di M&A comparabili in Italia". Anche Petrus aveva bocciato l'offerta, mentre il fondo Algebris si è impegnato a consegnare il 5,4%. Attesa per le mosse di Dumont e Morgan Stanley

Si scalda il clima attorno all'opa promossa dal Credit Agricole sul Creval. Alla primavera, quando il tutto partirà, manca ancora tempo ma gli azionisti dell'istituto che ha sede a Milano ma cuore in Valtellina iniziano ad affilare le armi definendo l'offerta non sufficiente. Dopo Petrus - e in attesa di capire come si muoverà l'imprenditore francese Denis Dumont (9,9% la scorsa assemblea) tra i soci artefici del rilancio della banca - anche Hosking Partners che controlla il 4,72%, boccia l'offerta della Banque Verte di 10,5 euro per azione mentre il titolo è a 11,6 euro. "E' inferiore alla nostra visione di fair value e non riflette un premio di controllo adeguato. Inoltre, lascia tutti i vantaggi sostanziali della sinergia nel mani di Credit Agricole", scrive Django Davidson, per conto della società di investimento inglese, in una lettera indirizzata all'ad Luigi Lovaglio e al board. Parole che ricalcano il giudizio espresso di recente da  Petrus Advisers che, nel ritenere l'offerta inadeguata, oltre a indicare come valore corretto 14 euro per azione ha contestato il premio del 21,4% che "è  - a giudizio della società con base a Londra - significativamente più  basso al premio medio di circa il 25-35% per operazioni di M&A comparabili in Italia".
Non è così per Equita che è advisor dell'Agricole. In un report ad inizio mese, tra le 12 ragioni per cui aderire all'Opa, viene evidenziato il premio riconosciuto agli azionisti che "è quasi 2 volte superiore a quello registrato in operazioni di M&A tra banche negli ultimi 20 anni", oltre all'offerta che è "full cash" per 737 milioni: "raro esempio nei deal fra banche" e che "consente - sottolineano gli analisti - di cristallizzare il premio in una fase di estrema volatilità di mercato". Tra gli azionisti c'è già chi ha le idee chiare. Algebris si impegnata a cedere  il proprio 5,4% ad Agricole con il fondatore Davide Serra che anche in un'intervista si è espresso a favore dell'operazione. Tra i movimenti nell'azionariato c'è da registrare il 4,2% con cui è spuntato il fondo inglese Samson Rock e il 6,15% di Morgan Stanley, da tempo tra i soci del Creval. 

Autore: ANSA