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POLITICA MONETARIA
17/03/2021

La Fed vede rosa: crescita Usa al 6,5%

La banca centrale rivede al rialzo le previsioni di crescita per il 2021 e il presidente Powell tranquillizza i mercati confermando che i tassi non saliranno e che non c’è alcuna intenzione di ridurre gli acquisti di titoli sul mercato. Poi ammonisce: “la ripresa resta disomogenea”. Quanto all’inflazione, salirà al 2,4%, ma si tratta solo di un rialzo transitorio che non preoccupa

La Fed vede rosa per l'economia americana, ma invita a “non compiacersi” perché la “ripresa resta disomogenea ed è lungi dall'essere completa”. Per questo la banca centrale assicura il proprio sostegno per tutto il tempo necessario al raggiungimento dei suoi obiettivi di stabilità dei prezzi e massima occupazione. Un appoggio incondizionato che fa tirare un sospiro di sollievo a Wall Street. Dopo settimane di tensioni e un avvio di seduta cauto, i listini americani girano in positivo di fronte a una Fed ottimista sulla crescita ma paziente nella sua politica monetaria.
L'ottimismo della banca centrale è contenuto nelle nuove previsioni. Il Pil quest'anno è atteso salire del 6,5%, in quello che è un deciso balzo rispetto al +4,2% previsto in dicembre. Migliora anche la disoccupazione, prevista in calo al 4,5% dal 5% delle previsioni precedenti. L'inflazione sale invece al 2,4%. Jerome Powell però rassicura: “restiamo impegnati all'obiettivo di un'inflazione al 2%” e l'aumento previsto solo è transitorio e, in quanto tale, non si traduce automaticamente in una stretta della politica monetaria che “resterà accomodante”. I dot-plot, i grafici statistici della banca centrale indicano infatti che i tassi di interesse resteranno vicino allo zero almeno fino al 2023. Il presidente della Fed comunque invita a non leggere troppo nelle tabelle sulle previsioni dell'andamento dei tassi, e osserva come il rapporto fra tassi bassi e instabilità finanziaria “non è più così stretto come in passato”. La conferma si ha nel fatto che i tassi sono stati vicini allo zero per sette anni senza causare eccessi finanziari o bolle. Powell rassicura anche sul programma di acquisti di bond per smorzare i timori di un nuovo taper tantrum, cioè una progressiva uscita dal processo di iniezione di liquidità nell'economia: “non è il momento di iniziare a parlare di una riduzione degli acquisti. La Fed comunicherà tempestivamente e con largo anticipo le sue decisioni”. 
Nonostante gli States abbiano evitato il peggio sul fronte economico e siano ora traino della ripresa mondiale, Powell esorta alla cautela. Ribadisce che la ripresa dipende in modo significativo dall'andamento del Covid e delle vaccinazioni. Spiega come anche a fronte dei progressi sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione resta alto, soprattutto fra gli ispanici e gli afroamericani, due delle categorie più colpite dalla pandemia. Parla di prospettive incerte e di rischi, pur dicendosi non preoccupato almeno al momento dell'impatto della divergenza con l'Europa sulla crescita. “Monitoriamo gli sviluppi all'estero. Mi piacerebbe che l'Europa facesse meglio in termini di crescita e vaccinazioni”, spiega Powell. Wall Street sembra credere, almeno per ora, alle parole da colomba del presidente della Fed e al suo impegno a mantenere invariata la politica monetaria anche a fronte di un rafforzamento della crescita e di un balzo dei prezzi. Gli investitori attendevano Powell, sul quale erano puntati i riflettori dopo settimane di tensione sui rendimenti dei Treasury. E Powell sembra aver dato loro quello che desideravano, ovvero uno scenario positivo per gli investimenti.
 

Autore: ANSA