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RIFORMA FISCALE
06/07/2021

Il Mef frena: “Non dobbiamo scassare i conti”

Tutti d’accordo sul varo di una riforma strutturale che possa anche alleggerire l’entità del prelievo a carico di cittadini e imprese. Ma, ribadisce il ministro dell’Economia Daniele Franco, “resta l'esigenza che ogni riforma sia attuata in un contesto prospettico di equilibrio del bilancio pubblico”. Si partirà dalla proposta del Parlamento, ma resta da capire quante sono le risorse a disposizione

Riforma del fisco sì, ma senza scassare i conti pubblici. Il governo lavora ora ad una semplificazione del sistema tributario e, tra gli obiettivi, c'è anche quello dell'alleggerimento del prelievo. Ma è impensabile che si possa realizzare un intervento strutturale che valga qualche decina di miliardi. Il ministro dell'Economia Daniele Franco fissa i paletti di quello che è il percorso che porterà alla riforma dell'Irpef e, perché no, anche delle altre imposte, come l'Iva, da sempre il balzello più evaso. “Dobbiamo puntare a un sistema più semplice e coerente con le esigenze del sistema produttivo”, ha detto il ministro dell'Economia intervenendo all'assemblea dell'Abi. Ma – ha spiegato - “resta l'esigenza che ogni riforma sia attuata in un contesto prospettico di equilibrio del bilancio pubblico”. Sarà questo il nodo principale da affrontare. L'impegno preso dal governo con Bruxelles è quello perentorio di varare la riforma entro luglio. E' certo che le novità arriveranno però attraverso un disegno di legge delega, con i relativi tempi di approvazione anche dei successivi decreti attuativi. Si dovrà quindi arrivare almeno alla prossima legge di bilancio per valutare le risorse a disposizione e quindi gli interventi di alleggerimento fiscale realizzabili. In cascina ci sono al momento circa 8 miliardi, cinque dei quali però sono già 'impegnati' dall'entrata in vigore strutturale dell'Assegno Unico, il nuovo meccanismo di 'aiuto' per le famiglie con figli.
Per la riforma fiscale il governo partirà dal progetto presentato dalle commissioni finanze di Camere e Senato, che ha coinvolto tutti i partiti, con mediazioni su molti punti. Un progetto che non indica fonti di copertura e che - secondo i calcoli degli economisti della Voce.Info - richiederebbe 40 miliardi per essere attuato. Una cifra rivista al rialzo dalla sottosegretaria all'Economia, Cecilia Guerra (Leu) che spiega come sui costi della riforma il governo dovrà fare una scelta e che tra gli interventi da attuare c'è anche la riforma dell'Iva: “è la madre di tutte le imposte evase, ogni anno perdiamo 34-35 miliardi di gettito”. Per la Guerra, comunque, “la proposta della commissione costerebbe non meno di 40-60 miliardi. Una riduzione della pressione fiscale di questa dimensione non credo sia pensabile con un debito pubblico molto elevato e l'esigenza di salvaguardare il welfare”.
Non la pensa così il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin che invece propone di aumentare il deficit, utilizzando la maggiore flessibilità che arriverà dalla riforma del patto di stabilità, quando questo ritornerà ad essere applicato. “Evitiamo di sparare cifre a caso - afferma - e dedichiamoci a declinare una riforma fiscale strutturale, coerente e complessiva per semplificare e alleggerire il sistema. E discutiamo - con equilibrio - di come finanziarla”.
 

Autore: ANSA