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POLITICA MONETARIA
10/06/2021

La Bce tira dritto: “Avanti con il Qe”

La riunione del Consiglio Bce si è conclusa con la conferma delle politiche già messe in atto, compresa l’accelerazione nel ritmo di acquisti di titoli da parte dell’istituto centrale. Tuttavia, per la prima volta, qualche dissenso si è registrato e a settembre la questione del ‘tapering’ potrebbe arrivare sul tavolo. Riviste al rialzo le previsioni di crescita per il 2021 e per il 2022

"Teniamo la barra dritta". Così Christine Lagarde ha sintetizzato la riunione del Consiglio Bce che, nonostante qualche voce contraria che rischia di farsi più forte a settembre, ha deciso di mantenere l'accelerazione degli acquisti di debito per l'emergenza pandemica per tutta l'estate, imperturbato di fronte al quadro economico in netto miglioramento. "Una stretta sarebbe prematura e creerebbe rischi", ha spiegato la presidente della Bce al termine dell'appuntamento nel quale di uscita futura dal programma pandemico, evocata da qualche membro 'falco' nelle settimane scorse, non si è nemmeno parlato: "qualsiasi discussione sull'uscita dal 'Pepp'  è prematura". Non c'è stata, dunque, discussione sul futuro del programma lanciato nel marzo 2020, cui resta una potenza di fuoco da 700 miliardi da spendere fino a marzo 2022. Al contrario: la Bce ha deciso di mantenere anche nel terzo trimestre l'accelerazione data al Pepp lo scorso marzo. 
"Oggi abbiamo avuto la conferma che la Bce sarà ben presente anche nel corso dell'estate", spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. Un fattore in più di tranquillità - sotto forma di tassi di rifinanziamento del debito straordinariamente bassi - per i piani del governo Draghi, che dopo il doppio maxi-stimolo dei due decreti “Sostegni” deve trovare margini di bilancio per affrontare alcuni nodi: dalla riforma delle tasse al futuro del superbonus, dai licenziamenti alle richieste di nuovi rinvii delle riscossioni. Lo spread prende nota, chiudendo in calo a 105 con un tasso del Btp decennale sotto lo 0,8%, ai minimi da fine aprile. Restano piatte invece le Borse europee, con Milano che cede terreno (-0,4%). New York segna un +0,34% del Dow Jones a metà seduta, con il Nasdaq che riagguanta i 14.000 punti e lo S&P 500 che sale al nuovo record storico, nonostante un balzo dell'inflazione al 5%, ai massimi dal 2008, oltre le attese e a livelli che fanno di nuovo parlare di un 'tapering', una riduzione graduale degli acquisti di bond, della Fed.
Anche per questo Il tema della 'exit strategy' si riaffaccerà presto anche per la Bce. Non a caso Lagarde ha evitato qualsiasi previsione sul discussione nella riunione di settembre quando - secondo Marco Valli, capo della ricerca macroeconomica di Unicredit - "sarà probabilmente sul tavolo il tapering prima della possibile chiusura del Pepp a marzo 2022". Già oggi c'è stata "qualche divergenza", ha spiegato la presidente della Bce: molto probabilmente proprio la decisione di mantenere gli acquisti accelerati fino a settembre, dove invece l'hanno spuntata le 'colombe'. Tre sarebbero stati i loro colleghi 'falchi' che, invece, già volevano mettere sul tavolo una frenata del ritmo del Qe pandemico. A dar loro man forte, con l'accelerazione dei vaccini in Europa e l'allentarsi delle misure di distanziamento sociale, è la  ripresa, che sarà "considerevole" nel trimestre aprile-giugno, spiega Lagarde. Con i servizi (come ristorazione o turismo) e i consumi che ripartono con le riaperture, ora la Bce stima la crescita 2021 a +4,6% (era il 4% nelle previsioni di appena tre mesi fa), e poi a 4,7% nel 2022. Ma è soprattutto il riaffacciarsi dell'inflazione - al 2% a maggio - a mettere pressione. Le nuove stime danno un 1,9% per il 2021 e 1,5% per il 2022, ben al di sopra delle previsioni di marzo. "Siamo lontani dall'obiettivo di un'inflazione vicina, ma inferiore al 2%: siamo vicini, ma ancora non ci siamo": Lagarde sottolinea come la fiammata dei prezzi sia temporanea, legata all'effetto-base (accelera rispetto a un 2020 'depresso), al petrolio e a colli di bottiglia creati dalla pandemia che saranno superati. A settembre si capirà meglio, al netto delle incognite del futuro della pandemia e delle scelte future della Fed, che la Bce può ignorare fino a un certo punto. 

Autore: ANSA