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2 ore fa

Italia si conferma al 9° posto tra i Paesi del G20 nel Super Index AIBE 2025

(Teleborsa) - L’Italia conferma la 9° posizione tra i Paesi del G20 nel Super Index AIBE 2025, l’indicatore elaborato da AIBE – Associazione Italiana Banche Estere in collaborazione con il CENSIS.Il Super Index rappresenta un riferimento distintivo nel panorama internazionale: costruito sulla base di 13 indicatori settoriali, fornisce una sintesi ponderata e comparativa che consente di delineare in modo organico e innovativo la posizione dell’Italia rispetto alle principali economie del G20. L’indice offre una lettura completa del grado di stabilità, competitività e affidabilità del Paese nel contesto globale.Il risultato generale, evidenzia il rapporto, riflette un sistema che ha saputo mantenere una certa solidità in un contesto internazionale complesso, pur continuando a scontare i limiti di nodi strutturali non ancora risolti.Al primo posto nel 2025 si conferma la Germania, seguita da Canada, Australia e Corea del Sud, mentre l’Italia si colloca a metà classifica posizionandosi dopo il Giappone e sopra Paesi come la Cina, la Turchia e il Brasile. L’Italia ottiene il miglior posizionamento nella quota di esportazioni sul Pil (5° posto) e il peggiore nella percentuale di popolazione in età attiva (16°). In diversi altri indicatori – innovazione (9° posto), corruzione percepita (9°), investimenti diretti esteri (10°), PIL pro capite (8°) - il Paese si colloca nella parte centrale della classifica.L’analisi 2025 si è ampliata includendo una serie di elementi strutturali quali il livello del debito, l’andamento dei rendimenti dei Titoli di Stato, la dimensione del mercato dei capitali e le valutazioni delle principali agenzie di rating, nel confronto con le altre principali economie europee, al fine di offrire un quadro più completo e articolato dell’attrattività complessiva dell’Italia mei confronti dei suoi competitor più diretti.Il report ha evidenziato che nell’ultimo anno, i media internazionali hanno restituito l’immagine di un’Italia tornata solida e affidabile agli occhi dei mercati e degli investitori finanziari. La percezione di un miglioramento del quadro macroeconomico è stata alimentata in particolare dal riavvicinamento del rendimento dei titoli di Stato decennali italiani a quelli degli altri Paesi europei.Segnali di fiducia che però si inseriscono in un quadro europeo complessivamente in peggioramento. A sostenere la percezione positiva dell’Italia contribuisce infatti anche l’appannamento delle altre grandi economie europee, come ad esempio Germania e Francia.Le agenzie di rating confermano questa fotografia: Moody’s mantiene l’Italia a Baa3, mentre S&P e Fitch a BBB+, riconoscendo un profilo di stabilità e rigore ma con una solidità finanziaria ancora inferiore rispetto a quella di altre economie avanzate.In sintesi, dal rapporto emerge che il miglioramento dell’Italia è reale ma spinto più dal rallentamento altrui che da una nuova spinta interna.La ricerca sottolinea, inoltre, la persistente debolezza del mercato dei capitali italiano. Con una capitalizzazione complessiva di circa 750 miliardi di euro, pari al 34% del Pil, l’Italia si colloca all’ultimo posto tra le principali economie europee sia in valore assoluto, sia in percentuale rispetto al PIL. In confronto, la Germania presenta un rapporto del 46%, la Spagna del 48%, la Francia del 75% e il Regno Unito del 97%. Un'anomalia evidenziata anche da Banca d’Italia.“Quest’anno il Super Index diventa ancora più significativo, avendo integrato l’analisi di una serie di indicatori strutturali quali la valutazione delle agenzie di rating, la dimensione del mercato dei capitali, il livello del debito ecc. Il Super Index 2025 conferma la stabilità dell’Italia, ma anche i limiti di una crescita che non riesce ancora a trasformarsi in slancio. La percezione di un miglioramento dell’economia italiana spinta anche dal maggior rigore ed attenzione rivolti conti pubblici, si fonda in parte sul peggioramento delle economie vicine. Questo rende il Paese più credibile agli occhi degli investitori, ma non sufficiente per lasciarsi alle spalle l’‘eccezionalismo italiano, segnato da un indebitamento cronico e da un sistema produttivo che invecchia", ha commentato Guido Rosa, Presidente AIBE."Il vero nodo rimane strutturale: quello del mercato dei capitali ne è un esempio. L’Italia è un Paese solido, ma dispone di un mercato ancora troppo piccolo per sostenere una crescita di lungo periodo. Nel confronto con gli altri grandi Paesi europei soffriamo un evidente ritardo: tutti ci superano per capitalizzazione di Borsa e capacità di attrarre investitori. L’Europa nel suo complesso resta lontana dagli Stati Uniti, dove i mercati sono più profondi, liquidi e capaci di canalizzare il risparmio verso l’economia reale, ma l’Italia rappresenta l’anello più debole di questa catena. Questo divario non è solo una questione di dimensioni, ma di cultura economica: in Italia prevale ancora un modello bancocentrico e una governance imprenditoriale chiusa, che frena l’apertura al capitale e limita l’innovazione. Servono regole più chiare, incentivi all’ingresso in Borsa e un impegno congiunto pubblico-privato per costruire un sistema finanziario più dinamico, capace di convertire l’affidabilità del Paese in crescita reale", ha aggiunto Rosa."La mancanza, ormai quasi irreversibile, di grandi gruppi industriali in grado di fare da motore all’innovazione e di trainare la produttività delle piccole imprese — con poche eccezioni come ENI — è una delle principali fragilità strutturali del nostro sistema produttivo"."L’Italia ha dimostrato solidità e capacità di tenuta in un contesto difficile, ma ora deve abbandonare la staticità degli ultimi decenni per guardare avanti: servono politiche di lungo periodo che favoriscano lo sviluppo di un vero mercato dei capitali, investimenti in tecnologie del futuro, incentivi all’apertura delle imprese e strumenti per attrarre investimenti esteri stabili e di qualità. Riforme strutturali della burocrazia, della giustizia, del sistema fiscale sono sempre più imprescindibili. Solo così potremo passare da una stabilità difensiva a una crescita realmente trasformativa che consenta a questo paese di sostenere le sfide esaltanti ma difficili dei nostri tempi”, ha concluso Rosa.(Foto: © htganzo / 123RF)
Fonte: Teleborsa