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2 ore fa
Tlc, Mediobanca: Italia quinto mercato in Ue, dal 2010 persi 14 mld di ricavi
(Teleborsa) - Nel 2024 il settore europeo delle telco mostra segnali di lieve miglioramento. La Germania si conferma il primo mercato per ricavi con 61,1 mld (+2,2% sul 2023), seguita da Regno Unito (40,9mld; +1,5%), Francia (38,1mld; +1,8%) e Spagna (28,1mld; -0,6%). Dopo aver segnato, per la prima volta dal 2017, un marginale recupero nel 2023 (+0,8%), le telco italiane confermano il trend positivo nel 2024 (+3,4% sul 2023) spinte soprattutto dalla rete fissa (+8%), mentre il segmento mobile limita le perdite (-3,4%). L'Italia si posiziona in quinta posizione con 28 miliardi di ricavi, ma evidenzia una dinamica negativa nel quinquennio (-2,2% sul 2020). Se si estende il confronto al 2010, il giro d'affari del settore del nostro Paese ha perso 14 miliardi (-2,7% medio annuo, -4,7% la rete mobile e -1% la fissa). È quanto emerge dal rapporto annuale dell'Area Studi Mediobanca sui maggiori gruppi nel settore delle telecomunicazioni. I risultati sono influenzati da numerose variabili, tra cui le pressioni competitive che in Italia hanno causato una contrazione dei prezzi nei servizi telefonici del 12,7% rispetto al -3,1% medio nell'Ee27 tra giugno 2021 e giugno 2025. La dinamica delle tariffe telefoniche nel nostro Paese ha contribuito a ridurre la redditività del settore, sottolinea il rapporto. Dopo essersi portato in territorio negativo nel 2023 (-0,1%), l'ebit margin aggregato del settore italiano è risalito all'1,8% nel 2024 (era pari all'8,8% nel 2020), rispetto al 16,5% segnato dalle big dell'Emea. La redditività del capitale investito descrive un percorso simile, con il ROI delle telco italiane che è migliorato dallo 0,1% del 2023 all'1,6% nel 2024 (lontano dal 4,6% del 2020) rispetto al 10,1% dell'Emea, risultando costantemente inferiore nell'ultimo quinquennio al costo del capitale, stimato al 7,8% nel 2024. Sebbene le decisioni di investimento si basino principalmente sui rendimenti futuri attesi, livelli di ROI inferiori al costo del capitale disincentivano gli operatori infrastrutturati (MNO) a realizzare nuovi investimenti volti allo sviluppo di reti ultra-broadband, 5G e satellitari. In un contesto di mercato sempre più competitivo e digitalizzato, le telco europee stanno ridefinendo le proprie priorità strategiche. Al centro di questa trasformazione emerge il segmento Business-to-Business (B2B) che si sta affermando come area ad alto potenziale, trainata dalla domanda di soluzioni cloud, cybersecurity, connettività avanzata e servizi digitali integrati. I servizi ICT, cloud e di sicurezza informatica stanno progressivamente superando la connettività tradizionale in termini di valore e marginalità. Per le principali telco europee, il peso dei ricavi B2B sul totale si attesta intorno al 20% (con BT Group al 38,5%). Spicca l'Ebitda After Lease margin di Tim Enterprise (21%), secondo solo al 40,2% di Swisscom Business. Nel primo semestre 2025 i ricavi domestici dei principali operatori italiani sono aumentati dell'1,6%, evidenzia il rapporto. È proseguita la crescita di Iliad Italia (+9,2%), mentre Wind Tre registra un incremento del 3,8%, la domestic unit di Tim è cresciuta dell'1,6%, coi ricavi complessivi del gruppo saliti del 2,7%, trainati dal Brasile (+4,8%) e da Tim Enterprise (+4,7%). Dopo l'acquisizione di Vodafone Italia nel dicembre 2024, Fastweb ha chiuso il semestre con ricavi in lieve contrazione (-0,4% su base pro-forma). Con quest'ultima integrazione, il numero di operatori infrastrutturati in Italia – tra i mercati più frammentati e competitivi d'Europa – si riduce così a quattro. Appare fondamentale, sottolinea l'Area Studi di Mediobanca, proseguire in ambito europeo il consolidamento del settore alla ricerca di dimensioni adeguate ad affrontare gli investimenti infrastrutturali di lungo periodo e contrastare la redditività non sempre adeguata. Le autorità europee dovrebbero agevolare i processi di integrazione, anche transfrontaliera, in risposta al sovraffollamento evidente soprattutto nel comparto mobile che conta 34 operatori infrastrutturati (rispetto ai tre negli Usa e quattro in Cina). Nel 2024 Tim (attività italiane) è prima per fatturato (10,1 mld; +1,5% sul 2023) davanti a Vodafone (4,9 mld; +1,2%), Wind Tre (4 mld; -2,0%), Fastweb (2,8 mld; +6,6%) e Fibercop (2,6 mld), con Iliad in sesta posizione (1,2 mld; +8%). Escludendo Iliad, Open Fiber e le società di minor dimensione, nel quinquennio 2020-2024 Fastweb è l'unica a crescere (+21,7%), mentre gli altri operatori sono in contrazione, con le maggiori difficoltà concentrate nel segmento consumer. Dall'unione con Vodafone Italia, la nuova Fastweb svilupperà ricavi pro-forma pari a 7,4 miliardi, diventando market leader nella telefonia mobile e nel FTTH. Nel 2024 Fastweb si conferma l'operatore con l'ebit margin più elevato (9,1%) pur chiudendo in perdita l'esercizio, per la seconda volta dal 2014, a fronte principalmente di oneri da integrazione per 175,5 mln. Risulta in miglioramento la redditività di Wind Tre e Tim. Nel primo semestre 2025 il giro d'affari aggregato delle principali telco mondiali è aumentato del 2,9% su base annua, dopo essere cresciuto del 2,2% nell'intero 2024. La crescita interessa tutte le aree geografiche, ma sono i player giapponesi (+3,2%) e delle Americhe (+3,6%) a trainare il settore. La crescita dei soli player europei resta più moderata (+1,1%). Gli investimenti nei primi sei mesi sono aumentati dell'1,8%, con punte del +12,3% per le giapponesi e del 6,6% per le statunitensi, mentre si sono contratti dello 0,4% in Europa, nonostante il Vecchio Continente sia attardato nello sviluppo del 5G, soprattutto in modalità stand-alone. Infatti, solo il 2% degli europei utilizza il 5G stand-alone, rispetto al 25% negli Usa e al 77% in Cina. La rilevanza dell'Asia & Pacifico è confermata dalla presenza di quattro player asiatici tra i primi dieci operatori. Nel 2024, al primo posto per ricavi mondiali si colloca la cinese China Mobile (137,2 mld) seguita dalle statunitensi Verizon (129,7 mld) e AT&T (117,8 mld) e da Deutsche Telekom (115,8 mld, i due terzi dei quali sviluppati negli Usa). Senza Netco, Tim è 20esima nel mondo per ricavi. Swisscom è 27esima con 11,7 miliardi, ma con l'acquisizione di Vodafone Italia salirebbe a 15,4 mld, scalzando il gruppo italiano dalla 20esima posizione, evidenzia il rapporto. Grazie alla cessione di NetCo, sottolinea il rapporto dell'Area Studi di Mediobanca, Tim ha ridotto l'indebitamento finanziario netto After Lease di 13,1 miliardi (al netto di eventuali earn-out), raggiungendo livelli di leva tra i più competitivi in Europa. L'operazione ha inoltre consentito di allineare l'azienda alle best practices internazionali, con ricavi pro-capite pari a 608mila euro (contro 584mila nell'Emea, 540mila nelle Americhe e 447mila in Asia & Pacifico) e indicatori di redditività operativa per addetto in linea con i principali player globali. La capitalizzazione aggregata dei principali operatori mondiali delle telecomunicazioni si attesta a 1.544 miliardi a fine settembre 2025, in rialzo del 4,2% sul dicembre 2024. Le cinque società con valori di Borsa superiori ai 100 miliardi esprimono il 50,8% della capitalizzazione complessiva: si tratta di China Mobile (202,8 mld), AT&T (171,9 mld), Verizon (157,7 mld), Deutsche Tel (142,8 mld) e Bharti Airtel (107,9 mld). Tra il dicembre 2019 e il settembre 2025 il rendimento azionario (inclusi i dividendi) delle telco è stato pari al +80,4%, inferiore al +122,9% segnato dall'indice azionario mondiale. Nel periodo dicembre 2022-settembre 2025, a Tim spetta la variazione più ampia (+105,9%), grazie all'ottimo rendimento nei primi nove mesi del 2025 (+80,6%) favorito dall'ingresso di Poste Italiane nella compagine azionaria.
Fonte: Teleborsa