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6 ore fa

Scuola, Anief: più casi di burnout tra docenti e Ata, serve inchiesta e pensione anticipata

(Teleborsa) - "Sta aumentando in modo esponenziale la quantità di dipendenti pubblici, soprattutto insegnanti e personale Ata della scuola, con oltre 60 anni di età vittime del burnout: sarebbe bene che i gestori dell’amministrazione statale e dell’Istruzione prendano atto della realtà e decidano una volta per tutte di avviare un'inchiesta sull’incidenza delle malattie professionali riscontrate negli ultimi anni di servizio. In questo modo, si potrebbe avviare la formazione INAIL per la prevenzione, ma anche il riconoscimento del burnout nel pubblico impiego, a partire dal personale scolastico". Lo dichiara oggi Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e presidente nazionale Anief, ricordando che la richiesta è stata fatta dall’Anief anche la scorsa settimana, durante il confronto dei sindacati con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.I motivi del malessere degli insegnanti sessantenni e ultrasessantenni, che "si trovano a dover affrontare un impegno lavorativo paragonabile a quello dei loro anni più giovani, ma con un costo ben più elevato in termini di fatica e stress", sono stati bene evidenziati alcuni giorni fa dalla stampa specializzata, che ha raccolto i contributi dei lettori a proposito di docenti "professionisti, che pur avendo accumulato una notevole esperienza, si trovano spesso a dover gestire un carico di lavoro che può risultare insostenibile, portando a situazioni di burn-out e a un deterioramento della loro salute". Alcuni di loro hanno denunciato il loro stato di difficoltà senza filtri, sostenendo di sentirsi considerati dai dirigenti scolastici un "reperto archeologico" oppure "messi da parte e invisibili". Per rispondere alle difficoltà crescenti che migliaia di insegnanti affrontano negli ultimi anni della carriera, il sindacato Anief si sta attivamente impegnando per ottenere il riconoscimento del lavoro scolastico come attività usurante. L’obiettivo è ottenere deroghe rispetto all’età pensionabile, oggi sempre più vicina ai 70 anni. Il sindacato ha sollevato il problema in tutte le sedi istituzionali e legislative, e ha avviato una petizione nazionale per promuovere l’introduzione dell’anticipo pensionistico e del riscatto gratuito della laurea per tutto il personale della scuola. In pochi mesi l’iniziativa ha raccolto quasi 120.000 firme e sta cominciando a produrre risultati concreti.Uno dei segnali più rilevanti arriva dalla proposta di legge n. 1413, presentata dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia), che mira a introdurre il riscatto agevolato degli anni universitari per docenti e personale Ata, rendendo più accessibile il pensionamento anticipato. "La verità – ha dichiarato il presidente Anief – è che lo stato di salute precario, purtroppo spesso patologico, di decine di migliaia di insegnanti e Ata non è un pericolo, ma un dato di fatto sul quale lo Stato continua colpevolmente a soprassedere. Occorre prendere in mano la situazione: le tantissime sottoscrizioni della petizione che abbiamo lanciato, e alla quale chiediamo di aderire ancora per chi non l’abbia ancora fatto, conferma tutto questo malessere. È ora che chi governa la scuola, la politica prima di tutto, se ne renda conto".La proposta BucaloCon la proposta di legge n. 1413, la senatrice Bucalo intende riconoscere la "dignità e la peculiarità del lavoro svolto" da insegnanti, personale tecnico e amministrativo, nonché da operatori delle università, accademie, conservatori ed enti di ricerca. Il testo punta anche a favorire un ricambio generazionale di massa, essenziale per garantire una formazione di qualità alle nuove generazioni. La proposta prevede una riduzione dell’aliquota al 5% per il riscatto della laurea, portando il costo a poco più di 900 euro per anno di studi, contro i circa 6.000 euro attuali. A beneficiarne potrebbero essere circa 1,2 milioni di lavoratori del comparto istruzione e ricerca, compresi i precari.La petizione AniefAttraverso la sua petizione, Anief chiede che al personale docente e scolastico venga riconosciuta la possibilità di andare in pensione a 60 anni, come già previsto per le forze armate e di polizia, con la possibilità di permanere su base volontaria fino a 67 anni per svolgere funzioni di tutoraggio e orientamento. Si richiede anche l’introduzione del riscatto gratuito degli anni universitari, come previsto per gli ufficiali militari dal DPR 1092/1973, considerando la laurea titolo di accesso alla professione docente.I dati dell’ultimo rapporto ARAN confermano l’invecchiamento del personale scolastico. Nel 2021, oltre 235.000 lavoratori della scuola avevano più di 60 anni (18,6% del totale), contro appena 0,8% nelle forze di polizia e 0,1% nelle forze armate. Il personale scolastico italiano risulta il più anziano in Europa e nel mondo, e per il 77,4% è di sesso femminile.Per Anief, è indispensabile intervenire con una riforma che modifichi le attuali norme pensionistiche e permetta il riscatto gratuito degli anni di formazione, superando così anche i rilievi evidenziati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 270/2022. Il sindacato invita tutti a sottoscrivere e condividere la petizione online per sostenere il diritto a un’uscita anticipata dignitosa per insegnanti e personale scolastico.
Fonte: Teleborsa