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4 ore fa
Tra storia e conoscenza rinasce il ‘Museo del Genio', un nuovo centro culturale a Roma
(Teleborsa) - Un viaggio affascinante, dove ingegno, tecnica e bellezza si intrecciano nel racconto della storia. Roma ritrova uno dei suoi luoghi più preziosi: il Museo del Genio dell’Esercito Italiano. Un luogo che racconta l’intelligenza come forza trasformativa e che per la prima volta apre le porte al grande pubblico con due esposizioni di grande richiamo: Vivian Maier. The Exhibition e Pop Air.Si tratta di un’iniziativa culturale di Difesa Servizi che dal 2016, su mandato del Ministero della Difesa e delle Forze Armate, valorizza i musei militari. Il progetto è prodotto e organizzato da Artemisia con il patrocinio della Regione Lazio, e in partnership con Fondazione Terzo Pilastro Internazionale.“La riapertura al pubblico del ‘Museo del Genio - Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio’ è forse il progetto più importante realizzato insieme ad Arthemisia fino ad oggi, dopo quelli splendidi e di grande successo che hanno visto Palazzo Bonaparte ospitare le mostre di Botero, Munch, Erwitt, e (tuttora in corso) Mucha. - ha spiegato la Prof.ssa Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale - Ciò, in quanto restituisce alla città di Roma e alla collettività, dopo un lungo periodo di chiusura, questo luogo che non ha eguali, depositario di un patrimonio di conoscenze scientifiche e storiche unici nel loro genere. Per celebrare questo evento nella maniera migliore, abbiamo voluto ospitare al suo interno ben due mostre di arte contemporanea, una dedicata alla fotografia e una alla pop-art. Da un lato, gli scatti a colori e in bianco e nero della street-photographer americana Vivian Maier, che ha documentato per decenni la vita e la quotidianità delle persone comuni tra New York e Chicago, trovano un’ideale consonanza e coerenza filologica con la sala del museo dedicata alle prime enormi macchine fotografiche della storia italiana, oltre che all’aerofono – il precursore del radar – e alla radio. Dall’altro, le colorate installazioni gonfiabili site-specific di un’artista iconico, poliedrico e instancabile qual è Ugo Nespolo, che ripercorrono con un linguaggio giocoso e iper-moderno la storia della scultura internazionale, impreziosiscono gli spazi rinnovati e riqualificati del Museo, la cui architettura scenografica è, essa stessa, un’opera d’arte. - continua la prof.ssa Taccone - Sono dunque orgogliosa che la Fondazione Terzo Pilastro – da sempre impegnata nella riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico e culturale della nostra civiltà, affinché ciò possa essere di ispirazione per le generazioni future – abbia contribuito a fare del Museo del Genio non soltanto uno spazio espositivo, ma un vero e proprio centro di cultura contemporaneo, in cui scienza e arte di ieri e di oggi si uniscono per dare vita ad uno spazio comune di comprensione e dialogo”. Dal 31 ottobre 2025 fino al 15 febbraio 2026, il Museo del Genio accoglie la mostra ‘Pop Air’, una selezione iconica delle opere di uno degli artisti più versatili e brillanti del panorama italiano: Ugo Nespolo. Noto per la sua capacità di attraversare epoche, stili e linguaggi con intelligenza e leggerezza, offre una lettura creativa e colorata della storia della scultura italiana e internazionale. Contemporaneamente la mostra "Vivian Maier. The Exhibition", un emozionante viaggio nell'universo della misteriosa tata-fotografa americana, divenuta icona mondiale della street photography. La mostra, curata da Anne Morin propone 200 dei suoi scatti più celebri e intensi.Una testimonianza del tutto peculiare sull’artista Ugo Nespolo si deve al mecenate e filantropo Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele: “Negli anni ’60 del secolo scorso, mi dividevo, per motivi di lavoro, tra Roma e Milano. Milano era una città connotata da una forte animazione “scientista”, in cui gli artisti si confrontavano in maniera soggettiva e personale con le avanguardie europee: penso a Baj, Crippa, Dova, Nespolo, e al movimento della Patafisica di cui io stesso entrai a far parte con Virgilio Dagnino e Paride Accetti. Nespolo, torinese di nascita, entrò in contatto con il frizzante ambiente artistico milanese nei tardi anni ’60, interagendo con i protagonisti dell’Arte Nucleare (Baj su tutti) e tessendo altresì rapporti – grazie al sodalizio con la Galleria di Arturo Schwarz – con i maggiori esponenti internazionali del Dadaismo e del Nouveau Réalisme, come ad esempio Duchamp e Arman. Soprattutto, realizzò il compito di essere, in giovane età, il protagonista di un’inesauribile attività di interlocuzione culturale con gli esponenti delle diverse tendenze artistiche nella Milano dell’epoca: compito che ha, appunto, assolto in maniera mirabile per decenni, e in virtù del quale continua ad essere, di fatto, testimone vivo e attivo di quell’epoca indimenticabile”.Due linguaggi lontani e complementari che siglano la vocazione del Museo a diventare un ponte tra storia e presente. Questo progetto culturale è un modo per presentarsi non solo come spazio espositivo, ma come centro culturale vivo, capace di dialogare con la contemporaneità e di ospitare grandi eventi artistici. Il nome Museo del Genio è stato scelto per rendere immediatamente accessibile l'identità di un luogo che è molto più di un museo. La sua denominazione completa, Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio (ISCAG) dell'Esercito Italiano, ne rivela la natura unica in Italia: un centro in cui convivono museo, biblioteca specialistica, archivio storico e fotografico, luogo di studio, ricerca e memoria.Tra modelli, strumenti e invenzioni, si scopre come l'intelligenza umana abbia saputo trasformare le sfide della costruzione, della comunicazione e del volo in occasioni di progresso. Oggetti di eccezionale valore testimoniano questo spirito visionario: l'attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi che, con la sua invenzione (la radio), cambiò per sempre la storia della comunicazione mondiale; una piccola teca custodisce inoltre uno dei primissimi telefoni, invenzione dovuta ad Antonio Meucci, affiancato dalle sue prime evoluzioni: dai telefoni da campo alle centraline militari. Queste sale custodiscono una porzione preziosa del patrimonio museale: ambienti in cui ogni oggetto, dal più semplice al più imponente, testimonia la capacità tutta italiana di unire funzionalità e creatività, rigore scientifico e intuizione estetica.
Fonte: Teleborsa