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Economia
1 ore fa

Manovra: i giovani commercialisti chiedono lo stop alla norma sui compensi PA

(Teleborsa) - L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili chiede al governo e al Parlamento l’abrogazione della previsione contenuta nella Legge di Bilancio 2026, attualmente all’esame della commissione Bilancio del Senato, che subordina il pagamento dei compensi ai professionisti alla preventiva verifica della regolarità fiscale e contributiva. Si tratta di una misura sproporzionata, discriminatoria e distorsiva, che introduce un obbligo di "compliance preventiva" colpendo in modo selettivo professionisti chiamati a svolgere incarichi essenziali per il funzionamento della Pubblica Amministrazione. Francesco Cataldi, presidente dei Giovani commercialisti italiani, afferma: "La norma tende a trasformare il rapporto professionista-PA in un sistema di pagamento "a condizione", nel quale la prestazione è resa ma il corrispettivo diventa incerto e differibile. In questo modo, rappresenta un grave ostacolo alla continuità operativa degli studi professionali, introducendo un meccanismo punitivo che carica sui professionisti oneri amministrativi e rischi finanziari ingiustificati. L'abrogazione della misura è fondamentale per garantire un sistema amministrativo equo e che tuteli i diritti dei professionisti, che operano in contesti già segnati da ritardi nei pagamenti, carichi finanziari elevati, burocrazia e compensi sottoposti a controlli stringenti". Leonardo Nesa, vicepresidente UNGDCEC, aggiunge: "La regolarità fiscale e contributiva è un principio condiviso, che deve essere rispettato da tutti i professionisti e che la nostra associazione promuove da sempre. Tuttavia, trasformare il diritto al compenso per prestazioni già regolarmente svolte in un sistema di pagamento incerto e condizionato è una misura sbagliata, penalizzante e sproporzionata, che sposta sui professionisti il costo e l’onere operativo della riscossione e scarica sugli stessi il rischio finanziario derivante da verifiche, ritardi e disallineamenti informativi della macchina pubblica". Per la delegata di giunta dell’Unione, Serena Giannuzzi, "le richieste di adempimento fiscale e contributivo sono quotidianamente affrontate da noi professionisti, ma introdurre un vincolo che penalizza il pagamento di compensi già maturati è inaccettabile. La norma rischia di aggravare ulteriormente la condizione dei liberi professionisti che lavorano per la PA, già fortemente provati da una burocrazia insostenibile e da ritardi nei pagamenti".
Fonte: Teleborsa