Breaking News

Finanza
5 ore fa

UniCredit stima tasso BCE al 2% per tutto 2026 con rischio di taglio finale nei prossimi 6 mesi

(Teleborsa) - UniCredit prevede che il tasso sui depositi della Banca centrale europea rimarrà al 2% per tutto il 2026, poiché la BCE ha fissato un'asticella elevata per un ulteriore allentamento. Tuttavia, i rischi per i prossimi tre-sei mesi rimangono orientati verso un taglio finale dei tassi di 25 punti base, si legge in una nota firmata da Marco Valli, Head of Macroeconomic Analysis, Chief European Economist della banca.Viene ricordato che lo staff della BCE ha aumentato le previsioni sul PIL per quest'anno dallo 0,9% all'1,2%, ha abbassato quelle per il 2026 dall'1,1% all'1,0% e ha confermato il dato per il 2027 all'1,3%. La proiezione dell'inflazione è stata aumentata di 0,1 punti percentuali sia per quest'anno (al 2,1%) che per il 2026 (all'1,7%), mentre la previsione per il 2027 è stata ridotta dal 2,0% all'1,9%, a fronte di una traiettoria leggermente più debole dei prezzi core, in gran parte attribuibile a una valuta più forte. UniCredit ricorda che le previsioni di inflazione per il 2027 includono un temporaneo incremento dovuto all'introduzione del nuovo sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS2), che secondo la banca potrebbe aggiungere 0,2 punti percentuali al tasso medio di inflazione per quell'anno. Pertanto, escludendo questo effetto, l'inflazione del 2027 si attesterà ulteriormente al di sotto dell'obiettivo di prezzo della BCE.Ciò nonostante, Lagarde si è mostrata sprezzante nei confronti del previsto undershooting dell'inflazione. "Sospettiamo che diversi membri del Consiglio direttivo, più accomodanti, potrebbero non esserne particolarmente entusiasti", si legge nella nota.Sebbene le previsioni di UniCredit di crescita e inflazione siano simili a quelle della BCE, tende a intravedere maggiori rischi al ribasso rispetto al Consiglio direttivo. "La maggior parte del freno alla crescita derivante dall'aumento dei dazi statunitensi ha appena iniziato a materializzarsi, a seguito dei forti effetti di anticipazione registrati nei primi mesi dell'anno - viene sottolineato - In questo contesto, l'occupazione nel settore privato ha subito una battuta d'arresto e la resilienza del mercato del lavoro in futuro non può essere data per scontata. La crescita più lenta dei salari, l'apprezzamento dell'euro e la deviazione dei flussi commerciali della Cina dagli Stati Uniti rendono improbabile un'intensificazione dei rischi di inflazione nel prossimo futuro".
Fonte: Teleborsa