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3 ore fa
Banche, S&P: Italia e Spagna pronte a nuovo M&A nonostante interventi della politica
(Teleborsa) - Le banche europee hanno intrapreso una "nuova ondata di consolidamento" stimolata dalla concomitanza di eccesso di capitale, limitate prospettive di crescita organica e diminuzione dei guadagni di efficienza derivanti da un'ulteriore ristrutturazione delle attività delle banche stesse. Lo evidenzia S&P Global Ratings in un nuovo report sul tema, ricordando tuttavia che il sistema bancario europeo è, in pratica, un insieme di oltre 30 sistemi bancari nazionali e che la struttura del mercato a livello nazionale continuerà quindi a influenzare in modo determinante le operazioni di consolidamento M&A.Le M&A sono sempre state una caratteristica del sistema bancario europee - alcune operazioni sono state concluse in periodi di crisi, altre in tempo di pace - ma la nuova ondata di operazioni riflette un cambiamento di paradigma avvenuto a partire dal 2023. Si è passati da una gestione delle operazioni guidata dai venditori a una gestione guidata dagli acquirenti, e gli approcci non consensuali sono in aumento. Tra i catalyst ci sono il fatto che molte banche hanno un significativo eccesso di capitale, una generazione di capitale sostenuta e continuativa che supera di gran lunga le esigenze di crescita organica, valutazioni azionarie migliorate che ora rendono i riacquisti di azioni proprie meno attraenti, prospettive di crescita organica limitate (in alcuni mercati) e un atteggiamento favorevole da parte delle autorità di vigilanza.La maggior parte delle operazioni sono operazioni di scala, in cui il consolidamento produce efficienze di costo, soprattutto per gli acquirenti. Ma molte operazioni sono acquisizioni di ampio respiro, ovvero focalizzate sulla diversificazione in altri flussi di ricavi, in particolare quelli basati sulle commissioni come l'intermediazione, la gestione patrimoniale e le assicurazioni.S&P fa notare che in Italia, Spagna e Germania le potenziali operazioni hanno incontrato una forte opposizione politica. A volte ciò è dovuto a potenziali perdite di posti di lavoro, ma anche a sensibilità regionali e preoccupazioni sulla struttura del mercato. In particolare in Spagna e Italia, i decisori politici non sono contrari al consolidamento in linea di principio, ma sono molto cauti nel consentire che il mercato venga dominato da due o tre grandi operatori. Nel Regno Unito, ad esempio, le principali banche si troverebbero ad affrontare notevoli ostacoli antitrust se cercassero di acquisire banche di secondo livello o di fondersi tra loro.Un altro fatto da considerare è che l'aumento delle valutazioni bancarie significa che gli obiettivi sono diventati più costosi e i goodwill negativi sono scomparsa. Tuttavia, la conclusione di accordi continuerà, sebbene il capitale proprio (azioni proprie) stia diventando una componente maggiore del corrispettivo totale, a differenza delle operazioni interamente in contanti del passato.Secondo l'agenzia di rating, le grandi banche nei mercati a crescita più lenta continueranno ad essere attratte dalle solide prospettive di crescita nelle economie europee più piccole ma in più rapida crescita, ma con un avvertimento: vorranno acquisire una banca che abbia o possa creare una quota di mercato significativa (uno dei primi cinque operatori). Esempi recenti sono BPCE/Novo Banco ed Erste/Santander Polska.Secondo S&P, in alcuni mercati nazionali l'attività di M&A sarà molto più intensa rispetto ad altri. In questo senso, "nonostante il margine di intervento politico che potrebbe affossare la conclusione di accordi, Italia e Spagna sembrano pronte per un ulteriore consolidamento bancario, così come i paesi nordici. L'Europa centrale e orientale è da tempo un focolaio di attività, e questo è destinato a continuare".
Fonte: Teleborsa