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2 ore fa
Ostia, tra mare e margini: cultura e resistenza in un territorio da riscoprire
(Teleborsa) - Ostia è un territorio stratificato e ricco di contrasti: da un lato è una località balneare storica, il "mare di Roma", meta prediletta dei romani e punto d'accesso al litorale laziale; dall’altro, è un’area che negli anni ha dovuto affrontare difficoltà strutturali e sociali. Nonostante sul territorio persistano da anni sfide legate alla tenuta sociale e urbana, gli elementi per emergere come meta turistica e culturale solida non mancano di certo: l’ampio litorale, il sito archeologico di Ostia Antica – secondo per estensione solo a Pompei e tra i più importanti d’Europa (tanto che il Ministro della Cultura ha recentemente proposto la candidatura a patrimonio UNESCO) –, le riserve naturali come Castel Fusano, e la prossimità alla Capitale, raggiungibile in 30 minuti con il trenino da Piramide.Ostia è una periferia urbana sospesa tra mare e metropoli, tra bellezza e contraddizioni e riscattarne l’immagine passa attraverso un delicato equilibrio tra rigenerazione urbana, valorizzazione culturale e gestione sostenibile del turismo.E' in questo contesto che da dieci anni l'Associazione Culturale Valdrada si muove con energia e determinazione, portando ogni anno a Ostia intrattenimento culturale di qualità. Da Teatri d'Arrembaggio, che nel mese di luglio e agosto offre serate gratuite con grandi nomi del teatro e della stand up comedy, affiancando una ricca parte laboratoriale per i più piccoli, a progetti come Dal mare fino al mare, un articolato ciclo di visite guidate performative e esperienze immersive da giugno a dicembre che restituiscono, in forma emozionale e partecipata, l'anima profonda di Ostia, la città del mare di Roma. Abbiamo chiesto a Chiara Becchimanzi, cuore pulsante di Teatri d'Arrembaggio e anima indomita dell'intrattenimento italiano al femminile, sempre pronta a buttare il cuore oltre l'ostacolo e mai ad abbassare il capo per rendersi più digeribile o più "simpatica", di parlarci della sua attività di operatrice culturale in un territorio sfidante come quello di Ostia, tra alti e bassi, pazienza e passione, burocrazia e costi dei biglietti (che non esistono, gli spettacoli sono tutti gratuiti, ndr).Cosa significa oggi fare spettacolo, lavorando con le istituzioni, in un territorio come quello di Ostia?Significa lavorare con le due p: pazienza e passione! Ostia è un territorio complesso e contraddittorio, ma estremamente affascinante, pieno di impulsi creativi e di cittadinanza assetata di eventi culturali. Per noi significa anche ridefinire la narrazione di un quadrante di città troppo spesso associato esclusivamente alle criticità, nonostante pulluli di ricchezze storico-artistiche e paesaggistiche, oltre che di alte professionalità nel campo della cultura e dello spettacolo. E significa anche battersi per garantire la totale accessibilità degli eventi - che sono sempre, per noi, gratuiti - a discapito di una maggiore tranquillità economica per l'organizzazione e in controtendenza rispetto alle nuove linee ministeriali per esempio, che incentivano l'aumento dei costi dei biglietti.Come è cambiato in 10 anni Teatri d'Arrembaggio?Abbiamo ampliato il format, inserendo nuove suggestioni anno per anno: teatro, improvvisazione, burlesque. Abbiamo esteso le fasce d'età a cui sono destinati i laboratori. E sicuramente abbiamo imparato molto in campo comunicativo e organizzativo: Teatri d'arrembaggio ci ha fatto crescere! È cresciuto anche il pubblico, sia anagraficamente che numericamente (possiamo dire che ce li siamo cresciuti). Quando abbiamo iniziato eravamo le uniche; non c'era nessun altro evento gratuito di qualità durante l'estate. Negli ultimi anni, grazie al ricambio e alla fioritura del tessuto associativo, e alla maggiore attenzione istituzionale, gli eventi si sono moltiplicati: questo comporta qualche difficoltà in più nella promozione, perché abbiamo più concorrenza, ma anche più offerta per la cittadinanza e il flusso turistico - è quindi una concorrenza virtuosa di cui siamo molto contente! Melius abundare quam deficere!Considerando la vostra attività decennale di operatrici culturali nella zona, quali sono le difficoltà che avete incontrato e come sono cambiate nel corso degli anni?Una sola, enorme, che non è mai cambiata: la burocrazia. l'Italia è una Repubblica fondata sulla burocrazia, e per fare l'operatrice culturale in questo Paese devi acquisire competenze che non solo nessun corso prevede, ma che comprendono la pazienza di Giobbe per aspettare graduatorie che escono una settimana prima dell'evento, tollerare ritardi nell'emissione dei permessi, comprendere le incomprensibili logiche che accompagnano qualsiasi erogazione di contributo pubblico. Una grande soddisfazione e una grande delusione, se c'è stata Una grande soddisfazione: vedere, seduti in sala per gli spettacoli di stand up ad esempio, giovani adulti che 10 anni fa partecipavano ai laboratori.Una grande delusione: non aver ottenuto i fondi ministeriali per i festival. Ma, come detto, forse avremmo dovuto prevedere un biglietto a 25 euro: e questa sarà l'unica cosa che ai Teatri d'arrembaggio non vedrete mai.(Foto: Foto Carlo Mogiani)
Fonte: Teleborsa