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15 ore fa

Normativa UE sulla deforestazione: il settore pelle italiano lancia l'allarme

(Teleborsa) - Unic-Concerie Italiane – aderente a Confindustria Accessori Moda, la Federazione che riunisce le associazioni rappresentative dei comparti chiave della filiera pelle italiana (Assocalzaturifici, Assopellettieri, AIP e UNIC) - ha incontrato il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, per sottoporre all’attenzione del Governo le gravi preoccupazioni legate all’applicazione del Regolamento UE 2023/1115 sulla lotta alla deforestazione. Alla riunione, che si è tenuta presso la Farnesina, hanno partecipato il Presidente Fabrizio Nuti e il Vice Presidente Pietro Rosati di Unic.La norma, così come attualmente scritta, impone requisiti di tracciabilità stringenti, tra cui la geolocalizzazione precisa dei luoghi di nascita e allevamento dei bovini da cui provengono le pelli importate nell’Unione Europea. Un vincolo particolarmente critico per la filiera, poiché l’industria conciaria italiana importa ogni anno pelli grezze e semilavorate da oltre 110 Paesi e esporta pelli finite verso circa 120 Paesi. Numerosi fornitori extra-UE non saranno in grado di garantire, entro la fine del 2025 – data prevista per l’entrata in vigore della norma – la documentazione richiesta, mettendo così a rischio l’approvvigionamento di materia prima.Il confronto, finalizzato a sollecitare un intervento urgente per arginare gli effetti potenzialmente devastanti del nuovo regolamento sul settore conciario, ha ricevuto piena attenzione e disponibilità da parte del Ministro che ha disposto con tempestività l’invio di due lettere ufficiali: una indirizzata alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’altra al Commissario per il Commercio, Maroš Šefcovic, nelle quali l’Italia esprime le proprie preoccupazioni e chiede una revisione mirata del regolamento. Tuttavia, affinché si possa giungere a una soluzione concreta, sarà determinante l’azione coordinata con altri Stati membri, molti dei quali hanno già manifestato preoccupazioni analoghe e chiesto un riesame del testo.Da Unic affermano: "Siamo soddisfatti dell’esito dell’incontro e del sostegno ricevuto dal Governo, un appoggio fondamentale per la tutela delle nostre imprese. L’industria conciaria italiana è un asse portante della filiera moda-pelle nazionale, che impiega 18.000 addetti in 1.100 imprese, con un fatturato annuo di 4,3 miliardi di euro, ed è riconosciuta a livello globale come leader del settore, con il 65% della produzione europea e il 25% di quella mondiale. Mettere a rischio questo comparto significherebbe mettere in difficoltà un’intera filiera strategica per il Made in Italy e per la tenuta dell’economia nazionale".Il comparto moda e accessorio, inoltre, sta attraversando una grave crisi strutturale, aggravata dal difficile contesto economico e geopolitico. L’applicazione rigida e non modulata del Regolamento UE 2023/1115 rappresenterebbe quindi un ulteriore colpo a un sistema produttivo già fortemente sotto pressione.La Federazione continuerà a monitorare l’evoluzione del dossier e a mantenere un dialogo costruttivo con le istituzioni italiane ed europee, con l’obiettivo di garantire una normativa efficace dal punto di vista ambientale, ma anche concretamente applicabile, equa e compatibile con la sopravvivenza e la competitività della filiera pelle italiana. (Foto: © cylonphoto / 123RF)
Fonte: Teleborsa