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49 minuti fa

Assiom Forex, nel 2026 il mercato USA resta dominante con il tech ma l'Europa può sorprendere

(Teleborsa) - In attesa di valutare pienamente gli effetti delle misure protezionistiche statunitensi e le loro ricadute sui prezzi, il quadro macroeconomico per il 2026 resta "nel complesso positivo, seppur in lieve rallentamento". È quanto si legge nell'outlook dell'Assiom Forex, l'associazione degli operatori dei mercati finanziari.Il 2026 dovrebbe invece con banche centrali impegnate a gestire la fase finale della normalizzazione monetaria e delle loro attività di quantitative tightening. Negli Stati Uniti, la Fed dovrebbe avvicinarsi al proprio tasso neutrale, stimato intorno al 3%, dopo una fase di graduali riduzioni nel 2025. Dopo aver riportato il tasso di riferimento al 2% nel 2025 - livello ritenuto coerente con le condizioni economiche e con le recenti dinamiche inflattive - la BCE mantiene un approccio data-dependent, con l'obiettivo di preservare la disinflazione senza ostacolare la crescita dell'area euro. Il tasso al 2% riflette una posizione di neutralità monetaria che offre alla Banca centrale margini di flessibilità in base all'evoluzione del quadro congiunturale.Parlando in generale delle banche centrali, gli esperti sostengono che "la sfida per il 2026 sarà quella di coniugare crescita sostenibile, disinflazione e gestione della liquidità in un contesto di crescente frammentazione economica e geopolitica, mentre i cambiamenti tecnologici potrebbero incidere profondamente sulle dinamiche occupazionali".Guardando all'azionario, il mercato americano rimarrà dominante grazie al settore tecnologico e al traino dell'AI. Gli utili sono attesi crescere oltre il 10%, con EPS che da circa 262 dollari dovrebbe superare i 300 dollari nel 2026. Le valutazioni resteranno elevate: il P/E dell'S&P 500 è stimato a 24x nel 2025 e a 21x nel 2026, mentre le Big Seven passeranno da 33x a 29x. Va sottolineato che il mercato USA ha raggiunto concentrazioni storiche: le Magnificent 7 pesano per circa il 35% dell'S&P 500. Inoltre, le 60 società legate all'AI quotate sull'S&P 500 hanno contribuito per oltre il 65% alla performance dell'indice dal 2022 (anno del lancio di GPT), record storico. Nel 2026 continuerà l'espansione del ciclo di investimenti legato all'AI, con Hyperscaler che aumenteranno ulteriormente i capex, sostenibili finché cresceranno i cash flow. Questo sosterrà margini e produttività, driver chiave per il mercato USA. Tuttavia, l'eccesso di concentrazione potrebbe generare rotazioni settoriali rapide e significative.Se il mercato americano resterà il riferimento, l'Eurozona - dopo tre anni consecutivi di performance positive (non accadeva dal 2017)  - potrebbe sorprendere anche nel 2026. Nel 2025 si è verificato un importante re-rating, probabilmente anticipando parte della crescita degli EPS del 2026. Tuttavia, il prossimo anno potrebbe segnare una nuova fase di crescita, stimolata da ripresa degli utili (+7/10%), espansione fiscale tedesca, piano ReArm Europe, investimenti per elettrificazione reti (attesi circa 2000 miliardi di euro nei prossimi anni tra infrastrutture e generazione pulita). L'Europa ripartirà con valutazioni più basse rispetto agli USA: lo sconto è vicino ai massimi storici. Il posizionamento resta "leggero" e meno dipendente da poche mega-cap, favorendo rotazioni settoriali. I settori ciclici e le aziende che hanno sottoperformato nel 2025, viste le basse valutazioni, potrebbero offrire buoni rapporti rischio/rendimento.
Fonte: Teleborsa