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53 minuti fa

Euro, upside limitato dal rischio che minore inflazione porti BCE ad abbassare i tassi

(Teleborsa) - "Negli ultimi anni si è discusso molto del possibile "debasing" del dollaro, legato a inflazione, aumento del debito e uso geopolitico della valuta. Questi timori hanno rilanciato il tema della diversificazione valutaria, ma i dati recenti mostrano un quadro più equilibrato". È quanto si legge nell'outlook 2026 dell'Assiom Forex, l'associazione degli operatori dei mercati finanziari.Il volume medio giornaliero delle operazioni sul mercato valutario OTC ha raggiunto 9,6 trilioni di dollari, in aumento del 28% rispetto ai 7,5 trilioni di tre anni prima. Il dollaro USA rimane dominante, presente nell'89,2% di tutte le transazioni valutarie; seguono l'euro (28,9%), lo yen (16,8%), la sterlina (10,2%), lo yuan cinese (8,5%) e il franco svizzero (6,4%). Le transazioni spot e i contratti forward sono aumentati rispettivamente del 42% e 60%, con quote sul totale passate al 31% e 19%.Il flusso giornaliero è di gran lunga l'elemento chiave e supera lo stock delle banche centrali (dati COFER/IMF 12,9 trillion Usd). La quota di dollari statunitensi nelle riserve internazionali è scesa al 56,3% tra aprile e giugno (fonte IMF). Tuttavia, in termini di valuta costante, è rimasta sostanzialmente invariata. In termini di valore complessivo il valore statico delle riserve delle 149 banche centrali è inferiore ai flussi giornalieri (9,6 trillion Usd) che hanno maggiore importanza per la parte previsionale. "Il dollaro continua a rappresentare la principale valuta di riferimento negli scambi finanziari e commerciali - viene spiegato - Inoltre, la rapida crescita delle stablecoin denominate in dollari - sostenute dall'amministrazione statunitense e garantite da riserve come i Treasury a breve termine - potrebbe aumentare la domanda di titoli di Stato americani e consolidare ulteriormente il ruolo globale del dollaro.Nel corso del 2025 il dollaro ha sperimentato fasi di debolezza legata a molteplici driver: rendimenti in calo sui titoli statunitensi; frenata delle aspettative di inflazione post dazi; governo federale in shutdown che ha moderato lo shock da offerta; domanda più contenuta da parte delle banche centrali estere e l'interesse crescente per asset alternativi (come ad esempio oro); incertezza sul sentiero di crescita del debito Usa; elevato hedge ratio sulle posizioni lunghe equity dei non Usd investors; prospettive di maggiori tagli ai tassi ufficiali rispetto al sentiero scontato dal mercato.L'euro ha mostrato performance sostenute grazie a diversi fattori chiave: inflazione più stabile e vicina al target della BCE; crescita solida ma moderata; assenza di contromisure europee sui dazi, con minore inflazione importata; crisi politica francese poco influente grazie a un esercizio provvisorio con impatti limitati sulle finanze pubbliche."L'upside dell'euro potrebbe essere limitato dal rischio che minore inflazione porti la BCE ad abbassare i tassi ufficiali", viene sottolineato.Guardando alle altre valute, JPY: yen debole per politica monetaria ultra-accomodante e politica fiscale espansiva e ampio differenziale di tassi con Stati Uniti ed Europa. Upside in caso di evidente risk off globale; CHF: franco svizzero stabile come valuta di rifugio, nonostante tassi zero; GBP: sterlina debole per crescita economica UK limitata, inflazione elevata e incertezza politica e fiscale che frena la fiducia degli investitori.(Foto: Mika Baumeister on Unsplash)
Fonte: Teleborsa