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Economia
2 ore fa
Ex Ilva, Sindacati sul piede di guerra: intervenga Meloni
(Teleborsa) - Entra in una fase nuova, segnata da occupazioni, assemblee straordinarie e un livello di tensione crescente la vertenza sull'ex Ilva con i sindacati che ora non contestano più soltanto il progetto del governo ma chiedono che sia direttamente Giorgia Meloni a intervenire, convinti che senza una svolta immediata "dal primo marzo saranno chiusi tutti gli stabilimenti". Tende montate davanti ai cancelli, operai determinati a passare la notte in fabbrica e un messaggio che rimbalza fino a Roma: "Il piano è morto". A Genova i lavoratori hanno trasformato via Cornigliano in un presidio permanente, a Novi Ligure sciopero e corteo, mentre a Taranto Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno convocato per oggi alle 7 un’assemblea unitaria alla portineria imprese per fare il punto e decidere le prossime mosse. A nulla sono servite le rassicurazioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso e dei commissari di Acciaierie d’Italia sul fronte della cassa integrazione. Durante il vertice è stato ribadito che non ci sarà alcun incremento oltre le 4.450 unità già previste. In particolare, secondo i sindacati, non si affronta il nodo centrale: l’assenza di un vero piano industriale e di una prospettiva vera. Il giudizio dei segretari è durissimo. "Il piano presentato per l’ex Ilva - afferma il leader Uilm Rocco Palombella - è un piano morto. Dal primo marzo così saranno chiusi tutti gli stabilimenti, nessuno escluso". Per il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, "il ministro Urso sta portando al fallimento il percorso di decarbonizzazione. Vorrei dire alla presidente Giorgia Meloni che siamo al tavolo per negoziare il processo di decarbonizzazione che garantisca il futuro della siderurgia. Chiediamo che si riapra il confronto". Il numero uno della Fim, Ferdinando Uliano, lancia un ulteriore allarme: "Non c’è un imprenditore privato oggi che possa fare un’offerta per l’ex Gruppo Ilva. Se il governo dice che è un asset strategico, deve farsi carico di un progetto di rilancio dove lo Stato abbia una parte importante". Un riferimento chiaro al ruolo pubblico, che i sindacati considerano imprescindibile per uscire dall’impasse.Fronte governo, il ministro Urso, da Palazzo Piacentini, respinge con fermezza l’accusa di voler dismettere gli impianti.
Fonte: Teleborsa