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1 ore fa

Perché S&P ha deciso di declassare la stablecoin Tether

(Teleborsa) - S&P Global Ratings ha declassato la principale stablecoin mondiale, Tether (USDT), portandola da 4 – Constrained a 5 – Weak, il livello di valutazione di stabilità più basso della scala dell'agenzia di rating. La revisione negativa, ha spiegato ieri nel suo report S&P,  riflette il forte aumento dell’esposizione a asset ad alto rischio all’interno delle riserve che dovrebbero garantire l’ancoraggio al dollaro. Secondo il rapporto, la quota di asset rischiosi – tra cui bitcoin, oro, prestiti garantiti, corporate bond e altri investimenti poco trasparenti – è salita al 24% delle riserve al 30 settembre 2025, contro il 17% dell’anno precedente.Il documento sottolinea come il bitcoin rappresenti ora il 5,6% dell’USDT in circolazione, superando il margine di overcollateralizzazione del 3,9% legato a un rapporto di copertura complessivo sceso al 103,9%. Una correzione del prezzo di BTC, combinata con un calo del valore degli altri asset rischiosi, potrebbe quindi portare USDT in una situazione di sottocollateralizzazione, mettendo a rischio la parità con il dollaro. Sebbene circa il 75% delle riserve sia composto da attività considerate a basso rischio, principalmente Treasury USA a breve scadenza, la loro incidenza è diminuita rispetto all’81% del precedente esame.S&P ha inoltre evidenziato inoltre gravi lacune di trasparenza: Tether non fornisce dettagli sui custodi delle riserve, sui controparti finanziari né sulla composizione di alcune categorie di asset. Anche la governance viene definita opaca, mentre il quadro regolamentare di El Salvador – Paese in cui Tether si è trasferita nel 2025 – è giudicato meno robusto rispetto a quello statunitense o europeo e non prevede segregazione patrimoniale a protezione degli utenti.Il rischio nelle riserve e la ridotta chiarezza informativa hanno quindi determinato la decisione di S&P di declassare la stablecoin nonostante la stessa agenzia di rating abbia riconosciuto a USDT un buon track record di stabilità del prezzo e un’elevata liquidità sul mercato secondario.La risposta della società è arrivata dal Ceo Paolo Ardoino che a Milano Finanza ha accusato S&P di non avere "la minima idea di come funziona Tether" e di rappresentare "la vecchia finanza che ha paura del cambiamento".Tether Investments, la società madre della stablecoin, ha acquisito una quota di minoranza nel club di calcio della Juventus. Attualmente, Tether detiene circa il 10,7% delle azioni che la rende il secondo maggiore azionista dopo la holding Exor della famiglia Agnelli/Elkann.(Foto: DrawKit Illustrations su Unsplash)
Fonte: Teleborsa