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1 ore fa

Piazza Affari, anno spumeggiante con le banche. Appetito per IPO più grandi e re-IPO

(Teleborsa) - I mercati azionari europei si apprestano a chiudere un altro anno in rialzo, con l'Euro Stoxx 50 che segna un +16,8% da inizio 2025 e lo STOXX Europe 600 che mostra un +14,9%, con performance anche molto diverse tra i vari listini ma nessun segno meno. Il 2025 è stato contraddistinto da conflitti commerciali e incertezza politica, soprattutto nella prima metà dell'anno, mentre sul finire d'anno il focus si è concentrato sui tentativi di pace in Palestina e Ucraina e sulle diverse fasi del ciclo di politica monetaria delle maggiori banche centrali. Le case d'affari credono che il 2026 sarà un altro anno positivo per i mercati dei capitali, sebbene con un potenziale di rialzo più moderato per l'azionario e con la volatilità che potrebbe aumentare considerando la nuova guida della Fed a partire da maggio e le elezioni di metà mandato statunitensi di novembre, che storicamente hanno causato alcune turbolenze sui mercati (2018 e 2022 sono stati tutt'altro che positivi per le Borse).Il FTSE MIB, al 22 dicembre, mostra un rialzo di circa il 30,4% da inizio anno, qualche decimale meglio del FTSE Italia All-Share, mentre il FTSE Italia Star è crescita del 9,9% e il FTSE Italia Growth del 7,7%. Fanno peggio dell'Italia l'Olanda (AEX a +7,3% YTD), la Francia (CAC 40 a +10% YTD con la continua incertezza politica e le incertezze sul budget), la Svizzera (SMI a +13,5%), lo UK (FTSE 100 a +20,7%) e la Germania (DAX a +22% YTD). Ci sorpassa la Spagna, dove l'IBEX 35 ha messo a segno un incredibile +48%, con i raddoppi di valutazioni delle principali banche Santander, BBVA, Caixa e Bankinter. Misti gli Stati Uniti con S&P 500 a +17%, Nasdaq Composite a +21% e Dow Jones a +14%. Buon anno anche per l'Asia con Hang Seng a +29%, Nikkei 225 a +26% e SSE a +17%."Il 2025 per il mercato italiano è stato un anno molto positivo, l'ultimo di una serie di anni caratterizzati da solide performance, trainate soprattutto dal settore bancario, un comparto che ora offre maggiore stabilità e visibilità - afferma Massimo Trabattoni, head of Italian Equity di Kairos Partners Sgr - Guardando avanti, sebbene il FTSE MIB abbia superato i massimi del 2007 - e ciò possa lasciare spazio a una fase più laterale nel breve periodo - esiste ancora spazio di crescita, anche se probabilmente con ritmi più moderati. Nel 2026 potrebbe verificarsi una rotazione dal settore bancario verso comparti più ciclici, inclusi i titoli mid-small cap, che rappresentano il cuore dell'economia italiana e che finora sono stati sotto-pesati". Al 22 dicembre, circa il 67% dei titoli del FTSE Italia All-Share (la market cap delle società che lo compongono vale 1.050 miliardi di euro) ha un andamento positivo da inizio anno, con il 36% che ha messo a segno un rialzo superiore al 30%. Scendendo nei dettagli del FTSE MIB, sempre con dati al 22/12, i maggiori rialzi da inizio anno sono stati quelli di Fincantieri (+140%, appena entrato nell'indice al posto di Interpump), Telecom Italia (+109%, con la spinta sul business dopo l'abbattimento del debito), Banca Popolare di Sondrio (+102%, oggetto di acquisizione di BPER), Iveco Group (+101%, smembramento e vendita di difesa a Leonardo e veicoli a Tata), Leonardo (+91%, continuo fermento sulla difesa), mentre i maggiori ribassi sono stati quelli di Amplifon (-45%), DiaSorin (-32%), Stellantis (-23%, crisi del settore auto), Nexi (-23%, debito alto e fondi in manovra) e Ferrari (CMD deludente, -22%). Le società con la maggiore capitalizzazione sono UniCredit (109 miliardi di euro, +81% YTD), Intesa Sanpaolo (102 miliardi, +52% YTD), Enel (88 miliardi, +26% YTD), Ferrari (62 miliardi) e Generali (56 miliardi, +32% YTD).Tra i settori, il FTSE Italia Banks segna un +63,6% da inizio anno, il FTSE Italia Industrials un +47%, FTSE Italia Insurance un +37% e il FTSE Italia Utilities un +26%. Male il FTSE Italia Automobiles and Parts (-22%), il FTSE Italia Health Care (-17%), il FTSE Italia Consumer Discretionary (-12%) e il FTSE Italia Technology (-4%). L'aspettativa è che queste performance non siano ripetute, nel bene e nel male. "Dopo la forte sovraperformance del settore finanziario, stiamo gradualmente inserendo idee di investimento in settori che hanno riportato risultati economici e performance borsistiche deboli, come ad esempio in settori quali l'automotive e l'industria in generale - sostiene Alberto Villa, Responsabile Equity Research di Intermonte - Dopo diversi anni difficili dal punto di vista industriale, nel prossimo futuro si potrebbe materializzare un'inversione di tendenza che non è attualmente prezzata nei titoli. Un ragionamento simile, con le dovute distinzioni, ha supportato un recente miglioramento delle nostre aspettative sul settore del lusso, che ha fatto un bagno di realtà alla luce del rallentamento della domanda in alcuni mercati come la Cina. In questo contesto, riteniamo che alcuni brand italiani siano ben posizionati, sia come prodotti che come politiche di prezzi per mantenere o incrementare ricavi e margini. Rimaniamo comunque positivi anche su diversi titoli del comparto bancario, che offrono valutazioni ancora interessanti malgrado le buone performance, accompagnate da aspettative di dividendi elevati che, con il calo dei tassi di interesse sul debito pubblico, appaiono ancora più interessanti anche in un'ottica di ritorno cedolare". Chi punta sul FTSE MIB non potrà insomma fare a meno del settore bancario, vista la sovra-esposizione dell'indice a questo settore e la possibilità che gli spunti non cessino di palesarsi, se non in termini di altri M&A almeno nella forma di nuovi piani. "Il settore bancario dovrebbe rimanere di interesse anche nel 2026 perché, dopo la lunga fase di consolidamento, ora gli investitori attendono che le banche inizino a comunicare al mercato quali sinergie pensano di attuare nei prossimi anni, illustrando con maggiore dettaglio dove vedono le principali opportunità di integrazione e se valuteranno aggiornamenti delle politiche di remunerazione degli azionisti - sottolinea Trabattoni - Le valutazioni del settore restano inoltre ancora interessanti sebbene sia importante approcciare il segmento con maggiore selettività".Intanto, non c'è stata la riapertura del mercato delle IPO a livello europeo che qualcuno si aspettava a inizio anno. Nei primi tre trimestri del 2025, l'equity underwriting sulle Borse europee è aumentato del 5% rispetto allo stesso periodo del 204, grazie a un moderato aumento delle offerte azionarie sul mercato secondario (8% YTD), ma a un forte calo delle IPO (-34% YTD), secondo i dati dell'Association for Financial Markets in Europe (AFME). Le IPO sulle Borse europee hanno accumulato 3,1 miliardi di euro di proventi nel terzo trimestre del 2025 (di cui 2,2 miliardi PE-backed), rispetto all'attività pressoché stagnante del terzo trimestre 2024, ma da inizio anno il totale è di appena 7,7 miliardi di euro. Per avere un termine di paragone, le IPO sulle Borse statunitensi hanno raccolto 20,7 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2025 (+88% su base annua). "Per i mercati europei è stato un anno con buone performance e volumi di trading, con operazioni di equity capital markets focalizzate in prevalenza su aziende già quotate, quindi collocamenti, ABB e aumenti di capitale - commenta Paolo Celesia, Head of Equity Capital Market Southern EU e MENA di Jefferies - I segnali di ripresa delle IPO sono stati positivi, con la performance delle nuove matricole mediamente positiva. Quello che ancora non si è visto in forza nel 2025 sono stati volumi rilevanti di IPO, cosa che invece ci aspettiamo per il prossimo anno". La maggiore vivacità quest'anno è stata tra settembre e ottobre, quando Verisure ha raccolto 3,2 miliardi di euro nella sua quotazione sul Nasdaq Stockholm, segnando la più grande IPO europea dell'anno, ma si sono viste anche la raccolta da 967 milioni di euro di Swiss Marketplace Group a Zurigo, quella da 691 milioni di euro di Noba Bank e il dual listing della statunitense Fermi sul London Stock Exchange. Altri sbarchi degni di nota sulle piazze europee sono stati quelli di Metlen Energy & Metals, che in estate ha spostato la sua quotazione primaria da 6 miliardi di euro da Atene a Londra, e di The Magnum Ice Cream Company, che ha debuttato a inizio dicembre ad Amsterdam e Londra con una market cap da 7,8 miliari di euro dopo lo spin-off da Unilever. L'Italia è assente dalla lista delle grandi operazioni, con nessuna quotazione sul mercato regolamentato (l'anno scorso ce ne era stata solo una) e una ventina di nuove matricole su Euronext Growth Milan che hanno raccolto meno di 130 milioni complessivamente. Le uniche due operazioni con coinvolgimento italiano sono state all'estero: Ferrari Group, società con radici italiane ma sede a Londra, ha raccolto 225 milioni di euro su Euronext Amsterdam; Princes Group, separata dall'italiana NewPrinces dopo le acquisizioni degli ultimi anni, ha raccolto 400 milioni di sterline a Londra. "Sulle IPO vediamo...
Fonte: Teleborsa