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2 ore fa

Lavoro: 497mila infortuni nel 2025

(Teleborsa) - Secondo gli ultimi Open Data disponibili, nel periodo gennaio-ottobre 2025 sono stati denunciati 497.341 infortuni sul lavoro, in crescita dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Aumentano anche le morti sul lavoro, passate da 890 a 896 (+0,7%), includendo i decessi in itinere e quelli che coinvolgono studenti impegnati in stage e tirocini. Ancora più marcato l’incremento delle malattie professionali, salite del 10,2% fino a quota 81.494. "Se il 2024 è stato l’anno delle stragi, il 2025 può essere definito l’anno delle occasioni perse", afferma il Presidente Nazionale ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), Antonio Di Bella, sottolineando come, a fronte di un trend ormai consolidato che conta in media tre lavoratori morti al giorno, non si sia intervenuti in modo incisivo né con il Decreto Sicurezza sul lavoro né con la legge di Bilancio. Provvedimenti che, secondo ANMIL, non hanno colmato i vuoti strutturali del sistema di prevenzione e tutela. In questo contesto, l’Associazione rinnova l’appello affinché il disegno di legge n. 1101, di iniziativa bipartisan e a prima firma del senatore Tino Magni, possa finalmente completare l’iter parlamentare. La proposta punta a rafforzare la cultura della salute e sicurezza nelle scuole e nei luoghi di lavoro, introducendo misure concrete di sostegno alle vittime degli infortuni e alle loro famiglie e istituendo un fondo per la ricerca sui tumori di origine professionale. "Neanche una settimana fa abbiamo assistito allo stralcio di una norma contenuta nella Manovra che avrebbe consentito ai datori di lavoro, colpevoli di non aver pagato adeguatamente i propri dipendenti, di non corrispondere loro gli arretrati dovuti. Sembra un paradosso, ma è così. Non solo: quella norma non forniva alcuna specifica sulla bontà dei contratti, scavalcando probabilmente in sede di giudizio i contratti collettivi nazionali e lasciando campo libero ai molti escamotage che favoriscono il proliferare dei contratti pirata", spiega il Presidente ANMIL.? "Richiamo questo episodio, per ora fortunatamente scongiurato, per chiarire quanto la strada verso l’utopia dell’azzeramento delle morti sul lavoro non sia solo ancora lunga, ma anche costellata da ostacoli istituzionali difficili da comprendere, se non come tentativi di tutelare il profitto di pochi a discapito della sicurezza dei più". Accanto alle criticità, ANMIL segnala anche segnali positivi. "D’altro canto, come Associazione siamo riusciti a riprendere positivamente i rapporti con INAIL, ponendo nuovamente le basi per un’azione sinergica che risponda alla necessità di semplificare i rapporti tra i grandi invalidi del lavoro e l’Istituto, soprattutto negli iter relativi all’erogazione e alla revisione degli impianti protesici". L’appello finale è a unirsi alle iniziative del 2026, per costruire un futuro in cui lavorare non significhi rischiare la vita.
Fonte: Teleborsa