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1 ore fa
Morningstar DBRS, outlook più neutrale su rating sovrani nel 2026 con nubi all'orizzonte
(Teleborsa) - Morningstar DBRS si avvicina al 2026 con un "outlook più neutrale". Al 24 novembre, l'agenzia ha tre rating sovrani con trend negativo e nessun rating sovrano con trend positivo. A titolo di confronto, l'anno scorso, nello stesso periodo, c'erano 6 paesi sovrani con trend positivo e solo uno con trend negativo.Gli upgrade del rating del credito sovrano hanno superato i downgrade nel corso del 2025, ma ciò sembra "molto meno probabile nel 2026", si legge in un rapporto sul tema. Ciononostante, dei nostri 45 rating del credito sovrano pubblico, 42 presentano trend stabili, il che implica che prevede che oltre il 90% dei rating del credito sovrano rimarrà invariato nei prossimi 12 mesi."La politica commerciale, la geopolitica globale e altri potenziali shock alla fiducia permangono come rischi chiave all'orizzonte - osserva Thomas Torgerson, Co-Head of Sovereign Ratings per Morningstar DBRS - Sebbene prevediamo che oltre il 90% dei nostri rating sovrani rimarrà invariato nei prossimi 12 mesi, riteniamo che le debolezze della politica fiscale siano uno dei principali fattori che frenano i rating del credito".Il report fa notare che l'economia globale ha resistito relativamente bene allo shock indotto dalla politica commerciale nel corso del 2025. Il World Economic Outlook del FMI di ottobre 2025 ha visto revisioni al rialzo della crescita globale rispetto alle proiezioni di aprile. L'inflazione è ulteriormente diminuita nella maggior parte delle economie avanzate ed emergenti e si è avvicinata ai rispettivi obiettivi delle banche centrali, spingendo la maggior parte delle banche centrali a mantenere o ad adottare una politica meno restrittiva.Le previsioni economiche per il 2026 rimangono ragionevolmente solide, sebbene permangano rischi elevati su diversi fronti. La politica commerciale globale sarà probabilmente fonte di continue sorprese. Il protezionismo commerciale proveniente dagli Stati Uniti potrebbe evolversi e infine stabilizzarsi su dazi medi più elevati. Sebbene la maggior parte dei paesi si sia finora astenuta dall'imporre dazi compensativi, la situazione potrebbe cambiare in assenza di accordi bilaterali con i paesi interessati. I conflitti armati in corso e le tensioni regionali potrebbero aggravarsi. Inoltre, i grandi squilibri fiscali in diverse economie avanzate potrebbero ridurre il margine di manovra di questi governi per reagire a future recessioni.
Fonte: Teleborsa