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Economia
1 ore fa
Turismo, Unimpresa: sostenere crescita record con riforme più incisive
(Teleborsa) - Numeri da capogiro per il turismo italiano che si conferma motore trainante dell'economia nazionale. Nel 2025 il comparto ha generato un PIL di oltre 237 miliardi di euro, pari a quasi l'11% della ricchezza del Paese, attivando più di 3,2 milioni di posti di lavoro. Solo a giugno si sono contate 59 milioni di presenze, con un balzo del 9,7% rispetto all'anno precedente. È quanto sostiene Unimpresa, secondo cui le previsioni annuali sfiorano i 477 milioni di visitatori, mentre la spesa turistica internazionale è cresciuta del 9,4%, testimoniando un'attrattività sempre maggiore dell'Italia agli occhi degli stranieri. “ Per trasformare i numeri record del turismo in crescita strutturale servono interventi mirati. In primo luogo, una semplificazione amministrativa: sportelli digitali dedicati e assistenza su misura per le imprese familiari e le piccole realtà possono abbattere le barriere d'accesso ai fondi. La formazione è il secondo pilastro: investire in competenze digitali e linguistiche non solo per i lavoratori stagionali, ma per l'intero comparto, è decisivo per mantenere gli standard qualitativi richiesti dal mercato internazionale. Infine, la transizione ecologica: destinare maggiori risorse alle strutture che scelgono sostenibilità, economia circolare e innovazione energetica può fare la differenza, allineando l'Italia agli obiettivi europei e alle aspettative dei turisti più consapevoli” commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri. Secondo Unimpresa, sul fronte normativo, il 2025 ha portato importanti innovazioni. Dal 1° gennaio le mance percepite dal personale del settore turistico e della ristorazione beneficiano di una tassazione agevolata al 5%, una misura che interessa migliaia di lavoratori e punta a far emergere un fenomeno spesso sommerso. Altra novità è il trattamento integrativo per lavoro festivo e notturno: il 15% dello stipendio lordo viene riconosciuto ai dipendenti con redditi inferiori a 40.000 euro annui. Gli investimenti strutturali godono di un credito d'imposta fino all'80% per ristrutturazioni, digitalizzazione ed efficientamento energetico, affiancato da contributi a fondo perduto che arrivano al 50%. Strumenti potenzialmente efficaci, ma con un'ombra pesante: solo il 27% delle strutture ricettive li ha effettivamente utilizzati. Causa principale, una burocrazia ancora troppo farraginosa e una concentrazione degli incentivi sulle grandi catene alberghiere, mentre le piccole e medie imprese – che rappresentano il 75% del tessuto turistico nazionale – faticano ad accedere alle risorse. Nonostante le riforme, le criticità restano evidenti. La carenza di personale è il problema più urgente: quest'anno il 18% delle posizioni stagionali è rimasto scoperto, lasciando hotel e ristoranti a corto di forza lavoro qualificata. Le agevolazioni fiscali aiutano ma non risolvono il deficit di attrattività del settore per i giovani. Sul fronte digitale, il ritardo è ancora marcato: il 40% degli hotel e ristoranti non dispone di strategie web o sistemi di prenotazione integrati, perdendo competitività rispetto ai principali mercati europei. In un'epoca in cui la presenza online è determinante questa lacuna rischia di costare cara.“L'Italia ha tutti i numeri per mantenere il primato turistico europeo. Le riforme fiscali vanno nella giusta direzione ma, senza politiche davvero accessibili alle microstrutture e senza una digitalizzazione capillare, il rischio è che la crescita si arresti. Il turismo italiano ha bisogno di regole chiare, stimoli concreti e una visione di lungo periodo. Solo così potrà continuare a essere la "regina d'Europa", trascinando con sé occupazione, investimenti e prestigio internazionale” spiega Salustri.
Fonte: Teleborsa