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Economia
3 ore fa
Banca d'Italia: crescita stabile allo 0,6%, disoccupazione ai minimi storici e inflazione sotto controllo
(Teleborsa) - La Banca d’Italia conferma la stima di crescita del PIL italiano al +0,6% nel 2025, ma rivede leggermente al ribasso quella per il 2026 (da +0,8% a +0,6%), mantenendo invariata la previsione di +0,7% per il 2027. Le nuove proiezioni, contenute nel Bollettino economico, indicano che l’economia italiana sta procedendo a un ritmo moderato, influenzata dal rallentamento del commercio estero e da una domanda interna in graduale ripresa.Nel secondo trimestre dell’anno il PIL ha registrato una leggera flessione, principalmente a causa del calo delle esportazioni, ma nei mesi estivi l’attività economica sarebbe tornata a crescere, sostenuta dall’aumento degli investimenti e da un moderato miglioramento dei consumi. L’inflazione resta sotto controllo, poco al di sotto del 2%, mentre il credito alle imprese mostra segnali di ripresa, in particolare nella componente a breve termine.Le stime sul mercato del lavoro sono più favorevoli. Bankitalia prevede che il tasso di disoccupazione scenderà al 6,1% nel 2025 (dal 6,6% del 2024), per poi calare al 5,9% nel 2026, mantenendosi stabile anche nel 2027: si tratta dei livelli più bassi mai registrati. Gli occupati aumenteranno dell’1% nel 2025, dello 0,4% nel 2026 e dello 0,5% nel 2027, mentre le ore lavorate cresceranno rispettivamente dell’1,1%, dello 0,5% e dello 0,6%, a conferma di una moderata espansione dell’attività produttiva.Il Bollettino dedica ampio spazio ai riflessi delle politiche commerciali statunitensi. I nuovi dazi, secondo Via Nazionale, hanno già inciso sui flussi di merci, riducendo i volumi importati dagli Stati Uniti e generando ripercussioni sulle esportazioni italiane e sui loro fornitori. Tuttavia, Bankitalia giudica l’impatto complessivo "contenuto", pur segnalando che la riconfigurazione delle catene globali del valore e le tensioni geopolitiche potrebbero amplificare gli effetti negativi e frenare gli investimenti.Sul fronte dei prezzi, l’istituto centrale ha leggermente alzato la stima d’inflazione per il 2025 all’1,7%, confermando l’1,5% per il 2026 e limando all’1,9% quella per il 2027. La trasmissione dei tagli dei tassi ufficiali continua a riflettersi sul costo del credito, con un miglioramento delle condizioni di finanziamento per imprese e famiglie.Resta invece debole la dinamica salariale: nel secondo trimestre le retribuzioni contrattuali sono aumentate del 3,2% su base annua, in calo rispetto al 4,4% precedente, mentre quelle effettive si attestano al 2,8%. In termini reali, i salari restano inferiori ai livelli del 2021, ma la moderazione ha contribuito a contenere l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, sostenendo la competitività del sistema produttivo.
Fonte: Teleborsa