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Economia
1 ore fa
Svimez 2025: al Sud crescita più forte del Paese ma continua l'esodo dei giovani
(Teleborsa) - Dal Rapporto Svimez 2025 emerge un Mezzogiorno sospeso tra segnali di ripresa economica e criticità sociali persistenti. Secondo le stime, il Pil italiano crescerà poco nei prossimi anni, ma il Sud continuerà a correre più del Centro-Nord grazie al completamento dei cantieri del PNRR: +0,7% nel 2025 e +0,9% nel 2026, contro +0,5% e +0,6% del resto del Paese."Il Rapporto SVIMEZ 2025 mette in evidenza grazie al PNRR persistenti segnali di ripresa dell’economia e del lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno che, tuttavia, non riescono a incidere e prevalere sulle dinamiche migratorie e sulle prospettive di vita delle giovani generazioni. Si conferma infatti che tanti giovani scelgono le Università del Nord soprattutto perché offrono qualificate prospettive di opportunità di lavoro anche, e sempre più, fuori Italia", ha commentato il presidente di Svimez, Adriano Giannola.Dallo studio emerge infatti che l’occupazione è in forte aumento: tra il 2021 e il 2024 il Mezzogiorno ha creato quasi 500mila posti di lavoro, contribuendo per oltre un terzo alla crescita nazionale. Ma il rapporto registra anche un paradosso: "più lavoro, ma non migliori condizioni di vita". Nello stesso periodo, 175mila giovani hanno lasciato il Sud, spesso altamente qualificati. Le migrazioni dei laureati generano una perdita annuale stimata in 8 miliardi di euro di capitale umano."L’emorragia di giovani italiani altamente formati investe anche il Centro-Nord che, pur perdendo capitale umano a vantaggio di poli stranieri, lo recupera ancora grazie alle migrazioni interne dal Sud - ha sottolineato Giannola -. Al Mezzogiorno, quest’emigrazione qualificata infligge una perdita secca e impone una drastica segregazione ai giovani meno "ricchi e formati" che rimangono e alimentano il boom dell’occupazione soprattutto nel terziario dei servizi a basso valore aggiunto e precario". Secondo Svimez la vera sfida sarà garantire il "right to stay": rendere la decisione di restare libera e sostenibile, non una necessità o un sacrificio.Il rapporto ha evidenziato come il PNRR abbia sostenuto investimenti pubblici e potenziato infrastrutture sociali: tre cantieri su quattro sono già in fase esecutiva e i Comuni meridionali hanno quasi raddoppiato gli investimenti tra 2022 e 2025, da 4,2 a 8 miliardi. Crescono anche i posti negli asili nido e le mense scolastiche, segnali di un miglioramento nei servizi essenziali. Restano però forti fragilità. I salari reali sono scesi del 10,2% al Sud dal 2021 al 2025, più che nel Centro-Nord, e la in-work poverty colpisce il 19,4% dei lavoratori meridionali, tre volte il valore del Nord. Inoltre, l’accessibilità alle infrastrutture rimane molto inferiore: l’indice ospedaliero del Sud è a 68, contro 132 del Nord. Il rapporto evidenzia infine l’impatto delle mafie: in 15 anni sono stati riciclati 61 miliardi, di cui oltre l’80% nel Centro-Nord, confermando la crescente infiltrazione nei mercati più dinamici.
Fonte: Teleborsa