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Il nuovo Patto di Stabilità è legge
A Lussemburgo il Consiglio Ue approva le nuove norme anche con il sì dell’Italia. A giugno ci si aspetta una possibile procedura per eccesso di disavanzo: Italia, Francia e Belgio rischiano più di tutti. Secondo le nuove regole, andrà concordato un piano di rientro per deficit e debito con riforme che assicurino crescita e sostenibilità dei conti. Ma il debito andrà tagliato dell’1% del Pil all’anno
In un tiepido lunedì mattina, a Lussemburgo, l'iter del più delicato dei dossier europei, il Patto di stabilità e crescita, si è concluso. Le regole per la governance economica dell'Unione, dopo aver superato l'esame dell'Eurocamera la scorsa settimana, attendevano solo la ratifica finale dei 27 al primo Consiglio Ue disponibile. E' toccato così ai ministri europei dell'Agricoltura approvare i testi del Patto, inseriti tra i punti A della riunione, quelli dove non è prevista discussione. E alla fine, sebbene a Strasburgo quasi tutti i partiti - da Fdi al Pd - abbiano scelto di non votare le nuove norme, l'unico Paese ad astenersi non è stato l'Italia ma il Belgio, su uno degli atti per cui serviva solo la maggioranza qualificata. Unanime è stato invece il sì al testo sul quale era necessario l'ok di tutti i 27.
Il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea le nuove regole entreranno in vigore e su queste il governo dovrà tarare la sua prossima manovra. Prima, tuttavia, c'è lo scoglio delle possibili procedure per il disavanzo che la Commissione Ue annuncerà il prossimo 19 giugno, ovvero dopo le Europee e in concomitanza con il cosiddetto "pacchetto di primavera" del semestre europeo. Sono undici i Paesi che rischiano la scure della Commissione per deficit eccessivo. Secondo il Financial Times, Italia, Francia e Belgio sono gli Stati che rischiano più di tutti. La procedura sul disavanzo inizia con un rapporto della Commissione sul superamento del 3% da parte di un Paese specifico. L'esecutivo europeo propone quindi al Consiglio di adottare decisioni in merito a un disavanzo eccessivo. Cosa farà la Commissione il 19 giugno non è ancora chiaro ma, ha spiegato un portavoce dell'esecutivo Ue, la decisione terrà conto degli ultimi dati Eurostat sui deficit del 2023. Dati che hanno portato quello italiano al 7,4%.
Settembre sarà il mese in cui Roma e Bruxelles affronteranno il dossier della manovra. Secondo le nuove regole i Paesi possono concordare con l'Ue un piano di rientro da debito e deficit eccessivi da 4 a 7 anni a fronte di riforme che assicurino crescita e sostenibilità dei conti. La 'traiettoria di riferimento' per i Paesi con debito superiore al 60% sarà invece comunicata dalla Commissione il 19 giugno prossimo e per chi, come l'Italia, supera la soglia del 90% comporta il taglio annuale dell'1%. Le nuove regole, per volere dei frugali, inseriscono anche una clausola di salvaguardia del 1,5% del Pil per il deficit, come cuscinetto a fronte di eventuali crisi finanziarie. Un paletto, quest'ultimo, che secondo i partiti italiani ha reso ancor meno digeribile il nuovo Patto. Il governo, tuttavia, prima con il ministro Giancarlo Giorgetti a dicembre e poi al Consiglio Agricoltura a Lussemburgo, ha scelto di non mettersi di traverso.